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Magi (Omceo Roma) a Bruxelles: adeguare stipendi dei medici al resto d’Europa
“Per il futuro uniformare assistenza e regole deontologiche medici”

“Siamo il terzultimo Paese in Europa sul fronte delle remunerazioni dei medici, davanti solo a Portogallo e Grecia. La Spagna, quartultimo Paese della classifica, offre ai propri professionisti ben 35.000 euro lordi in più all’anno. E’ necessario che l’Italia si adegui agli stipendi del resto d’Europa”. E’ questo l’appello lanciato da Antonio Magi, presidente dell’Ordine dei medici di Roma, nel corso del congresso ‘La sanità europea del futuro’ svoltosi a Bruxelles.
“E’ chiaro- ha spiegato Magi- che molti giovani medici italiani decidano di andare all’estero: hanno offerte economicamente più allettanti e contratti stabili che gli consentono di crearsi una famiglia. Un medico inizia a lavorare intorno ai 30 anni, dopo 11 anni di formazione- ha ricordato il presidente Omceo Roma- e nel nostro Paese, oltre a remunerazioni basse, gli vengono offerti contratti a tempo determinato, ossia precariato. Andando avanti così la fuga verso gli altri paesi è inevitabile e andrà ad aumentare la carenza, già grande, di specialisti. E’ necessario dunque intervenire per dare serenità ai nostri giovani e farli restare nel nostro Paese”.
Sul fronte della riorganizzazione, Magi ha poi messo in evidenza l’importanza di uniformare l’assistenza sanitaria. “E’ necessario creare delle regole, un Codice deontologico per i medici, che sia uguale in tutta Europa e, allo stesso tempo, offrire un’assistenza sanitaria il più equa possibile in tutti i paesi in modo da consentire la libera circolazione dei pazienti”.
Al Codice deontologico il presidente Omceo Roma ha dedicato una relazione specifica nel corso della seconda giornata di Congresso evidenziando come si tratti di un progetto a cui si sta lavorando dal 2005 e che ha visto delle tappe importanti nel 2015 e nel 2018 con gli Stati generali della sanità. “Oggi- ha concluso Magi- la Comunità europea sta discutendo per arrivare a delle linee guida comuni a tutti i medici europei cercando di superare le differenze che possono esistere tra i paesi sia dal punto di vista delle regolamentazioni, sia da quello etico e bioetico”.

 

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