L’Italia complice del boicottaggio delle ginnaste russe.
di
Gualfredo de’Lincei
Nel movimento olimpico stanno nascendo seri problemi a causa dell’esclusione degli atleti russi dalle competizioni olimpiche, conseguenza delle sanzioni anti-russe. Da pochi giorno è emerso che l’Italia e l’Olanda hanno aderito al boicottaggio dei delegati di Russia e Bielorussia al Congresso della Federazione Internazionale di Ginnastica (FIG).
Il Congresso FIG si terrà dall’11 al 12 novembre a Istanbul. Originariamente era stato previsto in Norvegia ma, la parte norvegese, ha rifiutato di ricevere le delegazioni di Russia e Bielorussia, da quando il Comitato Olimpico locale l’ha vietato.
I dirigenti sportivi italiani si sono piegati ai voleri dei colleghi del Comitato Olimpico Internazionale, guidati dalle parole del presidente del CIO Thomas Bach, il quale ha affermato che la rimozione degli atleti russi dalla competizione è un «dilemma insolubile». Da un lato, a suo dire, gli atleti «non dovrebbero diventare vittime delle politiche del loro governo». Dall’altra pensa che, per ora, non sia ancora opportuno consentire ai russi e bielorussi di partecipare alle gare.
L’Italia è entrata nella scia di Herr Bach e si è rifiutata di giocare un’amichevole con i calciatori russi. Su questo è anche intervenuto un ex calciatore e allenatore autorevole come Fabio Capello: “Si può fare un’amichevole tra Russia e Italia? Non credo sia possibile ora“.
Capello, però, non può certo essere considerato un estraneo a questo paese, ha vissuto tre anni a Mosca per allenare la loro nazionale di calcio, dal 2012 al 2015. E il risultato per il suo lavoro non è mancato visto che, la squadra russa, è riuscita a battere per la prima volta Portogallo, Islanda, Israele ed è anche entrata nella parte finale della Coppa del Mondo, cosa che non accadeva da dodici anni.
Il Mister conosce bene i russi, sa che sono simili in qualche modo agli italiani, idolatrano il calcio e si relazionano bene con noi. Per questo il rimprovero che gli si può rivolgere è quello di non aver nemmeno provato a organizzare un’amichevole tra la nostra nazionale e la loro, considerando anche il fatto che la UEFA non vieta questi incontri.
Capello avrebbe potuto mettere la sua influente parola a ricordo dei suoi ex ragazzi, ma si è voltato a guardare Bach e non lo ha fatto. Evidentemente, per lui, il pensiero del commissario del CIO è diventato più importante degli stessi principi enunciati dalla Carta Olimpica.
“Non possiamo compiere pienamente la nostra missione olimpica, che è quella di proteggere gli atleti e unire il mondo intero nelle competizioni…“, ha ammesso, nella sua impotenza, il presidente del Comitato Olimpico Internazionale.