“Leggiamo che in un caso si è chiamato in aula un magistrato di passaggio nel corridoio – prosegue Galletti – e mi chiedo come sia possibile conciliare l’idea di giusto processo, di un giudice cioè che conosca atti, documenti e che ascolti le parti in causa in contraddittorio, che valuti con equilibrio le istanze di accusa e difesa, con il continuo passaggio di mano del fascicolo”.
“Parliamo oltretutto di un processo molto delicato di criminalità organizzata – conclude Galletti – una materia complessa che non può essere gestita in questo modo.
Non dimentichiamo che dietro i faldoni di un processo, c’è la vita delle persone, imputati o parti offese, che meritano maggiore rispetto. Un giudice diverso per ogni udienza, anzi di più, visto che sono 16 per 15 udienze, non è giustizia, è una vera e propria lotteria. Confidiamo in un doveroso intervento di Csm e Ministero sugli organici cronicamente deficitari della magistratura romana e del personale amministrativo e di cancelleria”.