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Inaugura la stagione dell’Altrove Teatro Studio un doppio appuntamento

 

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VOLEVO VEDERE IL CIELO

tratto da “Niente più niente al mondo” di Massimo Carlotto

con Miana Merisi 
con la partecipazione di Michela Cidu

regia Maria Assunta Calvisi

3 – 4 Novembre

 

 

 

DUE FRATELLI

 

di Fausto Paravidino

 

con Noemi Medas, Federico Giaime Nonnis, Leonardo Tomasi

 

regia Maria Assunta Calvisi

 

5- 6 Novembre

 

Altrove Teatro Studio-Roma

 

Inaugura la stagione dell’Altrove Teatro Studio un doppio appuntamento con la drammaturgia contemporanea e la regia di Maria Assunta Calvisi.

 

Il 3 e il 4 novembre va in scena VOLEVO VEDERE IL CIELO tratto da “Niente più niente al mondo” di Massimo Carlotto e diretto da Maria Assunta Calvisi, con Miana Merisi e la partecipazione di Michela Cidu
: la radiografia di uno spaccato dell’intera società di oggi dove si alimentano i falsi miraggi, gli stereotipi del successo e della felicità. Protagonista una donna di cui non si conosce neanche il nome. Si sa invece che il marito si chiama Arturo, un brav’uomo, grande lavoratore, ormai rassegnato alle avversità della vita. Curiosamente non si sa neanche il nome della figlia, “la ragazzina”. Sua madre la vorrebbe velina o concorrente al Grande Fratello, “anche battona purché non come lei”, donna ormai frustrata da un’infelicità annegata nel vermouth, unico sollievo in una vita grigia da discount. In scena una Miana Merisi che si dà totalmente corpo e anima e ci restituisce, con grande sensibilità di attrice, i toni della te-nerezza, dell’ironia, della pochezza, della disperazione.

Sempre Maria Assunta Calvisi, dirige Noemi Medas, Federico Giaime Nonnis, Leonardo Tomasi , dal 5 al 6 novembre, in DUE FRATELLI di Fausto Paravidino, premio Riccione Teatro 1999, riflesso del malessere di una generazione in un periodo molto complesso per la storia italiana e, anche se legato strettamente a quel contesto. A distanza di vent’anni si possono cogliere i segnali di disagio e disorientamento che persistono, se non per alcuni versi ingigantiti, nella società che stiamo attraversando. Una tragedia claustrofobica che si consuma fra le quattro pareti di una cucina dove due fratelli, Boris e Lev, e la loro coinquilina Erika, convivono attraverso i piccoli riti della quotidianità che nascondono tensioni, provocazioni, fino ad arrivare a violenze verbali e non solo.  La mancanza di obiettivi e di un perché che potesse dar senso alle loro vite si nasconde sotto dialoghi scarni, serrati, a volte illogici e apparentemente privi di senso. E questo è il loro dramma: da che parte va la loro vita e che significato hanno i loro rapporti. Si amano? Si odiano? Il finale dà compimento alla tragedia in fondo preannunciata e sospettata sin dall’inizio di questa storia di vite spezzate.

In allegato, comunicato stampa con cortese richiesta di diffusione, e foto.

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