Afghanistan: Save the Children, i casi di malnutrizione infantile aumentano di quasi il 50% nelle cliniche mobili dell’Organizzazione mentre la fame raggiunge livelli record
L’Organizzazione, che lavora in Afghanistan dal 1976, con programmi in nove delle 34 province e con partner in altre sei province, chiede che i leader internazionali smettano di ignorare questa crisi catastrofica e agiscano prima che molti altri bambini perdano la vita Da gennaio di quest’anno il numero di bambini pericolosamente malnutriti ricoverati presso le cliniche mobili di Save the Children in Afghanistan è aumentato del 47%. Alcuni neonati, invece, sono morti prima di riuscire a ricevere qualsiasi trattamento. La richiesta di servizi per il trattamento della malnutrizione è aumentata negli ultimi mesi, in cui le famiglie sono alle prese con la peggiore crisi di alimentare mai registrata in Afghanistan. A gennaio i 57 teams sanitari mobili di Save the Children hanno ricoverato circa 2.500 bambini malnutriti. A settembre, stando ai dati appena pubblicati[1], il numero era salito a circa 4.270 bambini ricoverati da 66 teams. Lo rende noto Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro. Gli esperti avevano sperato di vedere un calo dei livelli di fame in Afghanistan durante la recente stagione dei raccolti estivi ma la siccità in corso ha portato al fallimento delle coltivazioni, i raccolti sono stati molto più scarsi del normale costringendo molte famiglie di agricoltori a vendere terreni e bestiame per comprare cibo per nutrire i propri figli. L’altra causa principale della crisi alimentare – il crollo dell’economia del Paese – ha fatto salire alle stelle la disoccupazione, la povertà e i prezzi dei generi alimentari con molte famiglie ridotte ora a sopravvivere solo con pane e acqua per settimane. Le organizzazioni umanitarie hanno fornito grandi quantità di cibo salvavita ma il fabbisogno è così elevato che il 50% della popolazione afghana sta ancora affrontando la fame estrema con 6 milioni di bambini e adulti – quasi un ottavo della popolazione – a un passo dalla carestia[2]. I medici di Save the Children affermano di essere sommersi da bambini malnutriti – soprattutto bambine, spesso messe in secondo piano rispetto ai maschi per quanto riguarda l’allattamento al seno e l’alimentazione complementare – e di non riuscire a tenere il passo con la domanda di servizi. “Le piogge sono state meno abbondanti del solito quindi se piantiamo qualcosa non cresce e questo rende il cibo molto costoso. Quando non c’è cibo, i bambini soffrono la fame o prendiamo in prestito dei soldi. A volte cuciniamo solo un pasto alla settimana. Quel pasto è una zuppa senza carne. Nel mezzo, mangiamo pane una o due volte al giorno. La situazione è molto peggiorata rispetto a qualche anno fa. Mi rattrista sapere che i miei figli sono malnutriti perché non abbiamo nulla da mangiare e non so come fare per farli stare meglio”, ha raccontato Nelab*, 22 anni, proveniente da una famiglia di agricoltori duramente colpita dalla siccità. I suoi tre figli hanno tutti sofferto di grave malnutrizione acuta. Tra di loro anche la figlia Maryam*, di tre anni, che non ha ricevuto le cure in tempo ed è morta durante il trasporto in ospedale. Suo figlio Mohammad*, di 2 anni, invece si è ripreso e l’altra figlia, Parsto*, di soli 11 mesi è ancora pericolosamente malnutrita[3]. “Le organizzazioni umanitarie come Save the Children sono impegnate al massimo nel tentativo di impedire che i bambini muoiano di fame ogni giorno in Afghanistan. La verità, però, è che con così tanti bambini che rischiano di morire di fame non abbiamo semplicemente le risorse per salvarli tutti”, ha dichiarato Chris Nyamandi, direttore di Save the Children in Afghanistan. “Ogni giorno – ha aggiunto – ci troviamo di fronte ad una straziante decisione: quali bambini salvare? È scandaloso e orribile pensare che i leader internazionali abbiano il potere di salvare le vite di questi bambini – lavorando per risolvere la crisi economica e ripristinando i finanziamenti umanitari e l’assistenza allo sviluppo a lungo termine che sono stati ritirati quando i Talebani hanno ripreso il controllo – ma sono stati troppo lenti nel trovare soluzioni e ora, di conseguenza, i bambini stanno morendo. Da più di un anno le organizzazioni umanitarie hanno lanciato l’allarme per l’Afghanistan. È ora che il mondo smetta di ignorare questa crisi catastrofica e agisca prima che molti altri bambini perdano la vita”. Save the Children lavora in Afghanistan dal 1976, compresi i periodi di conflitto, cambi di regime e disastri naturali. L’Organizzazione ha programmi in nove delle 34 province e lavora con partner in altre sei province. Da quando i Talebani hanno ripreso il controllo nell’agosto 2021, Save the Children ha intensificato la sua risposta per sostenere il crescente numero di bambini in difficoltà[4]. Fornisce assistenza sanitaria, nutrizione, istruzione, protezione dell’infanzia, alloggi, acqua, servizi igienici, sicurezza alimentare e sostegno ai mezzi di sussistenza. Da settembre 2021, l’Organizzazione ha raggiunto più di 3,3 milioni di persone tra cui 1,8 milioni di bambini. *Nomi di fantasia per proteggere l’identità delle persone.