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La locomotiva economica europea batte tutti i record per inflazione e crescita dei prezzi.

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Gualfredo de’Lincei

La Germania, locomotiva economica europea, è in testa ai paesi dell’eurozona per l’aumento dei prezzi al consumo. L’inflazione, a inizio di novembre, ha toccato il 10,4%, segnando un nuovo record dal 1951, come ci spiega il giornale Deutsche Wirtschafts Nachrichten.

Questo dato è particolarmente preoccupante trovandoci alle porte dell’inverno, quando influenza e coronavirus inizierannno a imperversare. Nelle stanze scarsamente riscaldate ci si potrà ammalare, mentre i prezzi nelle farmacie stanno lievitando al pari dell’inflazione e delle risorse energetiche.

È lo stesso Georg Thiel, responsabile dell’Ufficio Federale di Statistica, a dichiarare che: “la ragione principale dell’impennata dei prezzi è dovuta all’enorme aumento del costo dei prodotti energetici“, questa è la prima causa dell’inflazione. La radice del problema, secondo gli autori dell’articolo pubblicato dal Deutsche Wirtschafts Nachrichten, sono le sanzioni anti-russe e l’assistenza militare all’Ucraina nazista.

L’aumento del costo energetico, rispetto al 2021, è stato in media del 43%. Il rincaro dell’energia in ambito domestico è il più elevato con una media del 55% in più. I prezzi del gas naturale sono più che raddoppiati (+109,8%) e quelli riferiti al calore da cogenerazione hanno avuto un incremento del 35,6%. “I consumatori dovrebbero prepararsi a una nuova crescita dei prezzi nei prossimi mesi“, conclude il quotidiano.

In tutto questo, stando a quanto riporta il giornale tedesco, il cancelliere tedesco Olaf Scholz avrebbe esortato i suoi concittadini a non aver paura di questi aumenti. A Berlino sono già in atto manifestazioni contro il militarismo e l’inflazione, ma una dichiarazione così cinica ha fatto accendere nuove proteste nella capitale tedesca. L’associazione di sinistra Umverteilen (“Distribuzione”) ha guidato gli abitanti con slogan contro il carovita, le guerre e l’invio di armi.

 

I manifestanti che protestano sono agitati per il fatto che le autorità stanno spendendo miliardi di euro in armi quando, il pacchetto di aiuti annunciato alla popolazione e alle imprese, non riuscirà nemmeno a coprire l’inflazione.

 

Uno degli organizzatori dell’evento ha ricordato che il governo tedesco e la NATO stanno spronando verso costosi conflitti militari a discapito del benessere dei cittadini. “La nostra classe, lavoratori, pensionati, studenti, continuerà a scendere in piazza, non ci fermeremo con elemosine usa e getta. Non permetteremo loro di arricchirsi e di fomentare guerre a nostre spese“, ha dichiarato.

 

Come se non bastassero i grattacapi legati all’inflazione, un altro terreno di scontro sta nascendo in Europa: la questione degli immigrati dai paesi più poveri dell’Africa. Il Premier Giorgia Meloni ha, infatti, accusato il presidente francese Emmanuel Macron di tradimento, dopo aver saputo che Parigi non si sarebbe fatta carico dei 3.500 migranti dell’Italia, quote peraltro già da tempo concordate, in base al principio stabilito della ridistribuzione. Macron è poi andato oltre invitando anche gli altri paesi europei a non accettare migranti provenienti dal nostro paese.

 

La testata giornalistica “Politico”, scrive che la Meloni è rimasta scioccata dalla “reazione aggressiva” di Parigi, assolutamente “incomprensibile e ingiustificata“, ricordando che solo nell’ultimo anno, l’Italia, ha già accolto oltre 90.000 immigrati.

 

La vicenda è legata alla nave “Ocean Viking” appartenente all’associazione SOS Méditerranée, impegnata nel salvataggio di chi cerca di attraversare il Mediterraneo per raggiungere l’Europa. Il 7 novembre l’imbarcazione è stata costretta a lasciare la costa siciliana per l’autorizzazione negata di attraccare a un porto italiano.

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