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Milano/Scala: Sgarbi replica a Meyer: «Prendo atto che gli ho fatto pena. Dico solo che è un maleducato. Io ho fatto una valutazione di principio»

MILANO – Il Sottosegretario di Stato alla Cultura Vittorio Sgarbi replica al Sovrintendente del teatro La Scala Dominique Meyer: «Gli faccio pena?  Ne prendo atto. E’ un maleducato. Io ho espresso un ragionamento non sulla sua attività di Sovrintendente, ma sull’auspicio che le più importanti istituzioni culturali italiane (e tra queste certamente il teatro La Scala) siano guidate da uomini di cultura italiani, che hanno consolidata esperienza.

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La risposta di Meyer è inaccettabile e decisamente arrogante, ancor più se rivolta a un rappresentante delle istituzioni. I francesi non metterebbero mai un italiano alla guida del Louvre. Questo ho detto e questo ribadisco. Mi aspetto delle scuse per queste sue parole piene di stizza. Francese è la direttrice dell’Opéra di Parigi; francese la direttrice del Louvre.

Registro inoltre che il Sovrintendente pro tempore della Scala mente sulla sua carriera, confondendola con quella di turista, spettatore ed esperto. Non corrisponde al vero la sua affermazione: “Io sono in Italia da 30 anni. E la prima volta che sono venuto alla Scala era il 1980”. Equivale a quello che potrei dire io: che sono in Francia da 52 anni e che sono andato al Louvre la prima volta nel 1970. Non mi sento straniero a Parigi, ma non dirigo nessuna istituzione francese, né ho mai parlato di un “cattivo straniero che non sa fare il suo lavoro”.

Mi chiedo come Meyer non valuti la contraddizione tra il suo essere in Italia da 30 anni e l’aver dichiarato “sono da 32 stagioni che dirigo l’Opéra di Parigi e l’Opera di Vienna”. Aggiungo che Meyer, in tutta la sua carriera, è sempre stato consigliere o direttore di gabinetto di ministri della cultura e di primi ministri rigorosamente del Partito socialista.

Il mio auspicio è che il prossimo Sovrintendente sia italiano, e non ha niente a che fare con un giudizio sull’operato di un signore di cui la lunga carriera è conosciuta ed è italiana solo a partire dal 2020, come si evince dal suo curriculum»

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