SANITA’PRIVATA, CIMOP SCRIVE A MELONI: “AGIRE CONTRO MEDICI DISCRIMINATI PERCHE’ SENZA CONTRATTO”
“Siamo oggi di fronte ad una situazione paradossale: vi sono medici dipendenti da aziende sanitarie private che, pur svolgendo, con identica fatica e abnegazione,il loro lavoro, hanno trattamenti largamente diversificati, a seconda che il proprio datore di lavoro sia associato ad AIOP o ad ARIS”. Lo scrive in una lunga lettera indirizzata al Presidente del Consiglio del Ministri, on. Giorgia Meloni, il Segretario Nazionale della CIMOP (Confederazione Italiana Medici Ospedalità Privata) dott.ssa Carmela De Rango a proposito della discriminazione di quei medici a cui non è stato rinnovato il contratto: si tratta di quei professionisti della sanità privata accreditata con il SSN, che operano e lavorano nelle aziende sanitarie associate AIOP, una delle due grandi Associazioni che rappresentano le aziende dell’Ospedalità privata profit (la seconda è l’ARIS che rappresenta gli istituti religiosi, e in genere le aziende no profit).
“Purtroppo, i medici che operano nelle aziende sanitarie private associate all’ AIOP – si legge nella missiva – si vedono economicamente profondamente discriminati: AIOP, infatti, dopo aver condotto, con ARIS e CIMOP, le trattative per il rinnovo del Ccnl, scaduto ormai da 15 anni (il contratto del 2001 era infatti scaduto nel 2005), e dopo aver portato a termine un lavoro durato ben quattro anni, fino a definire in ogni dettaglio il nuovo Ccnl, peraltro profondamente innovativo rispetto al precedente, avendo introdotto istituti e regole che lo parificano, quanto meno sul piano normativo con quello vigente nel settore pubblico, non lo ha sottoscritto, privando in tal modo i medici di quelle aziende del riconoscimento, da una parte della nuova normativa che li rende parificati ai medici del settore pubblico, e dall’altra degli aumenti della retribuzione, da troppo tempo attesi. Al contrario, l’associazione ARIS, che rappresenta le aziende sanitarie di natura religiosa e no profit, con grande senso di responsabilità e rispetto nei confronti dei propri collaboratori medici, ha sottoscritto già da due anni il nuovo Ccnl e i medici dipendenti di queste strutture possono finalmente godere della nuova normativa, dei nuovi inquadramenti e dei nuovi aumenti contrattuali”.
E ancora: “Ne consegue una violazione, tra le altre cose, dell’articolo 36 della Costituzione, in quanto, a parità di condizioni lavorative (quantità e qualità di lavoro), e di settore di appartenenza (sanità privata accreditata SSN), la retribuzione dei lavoratori delle aziende sanitarie associate AIOP è inferiore del 30% rispetto a quella di cui oggi godono i medici delle aziende sanitarie associate ARIS. Senza contare che l’inquadramento dei medici AIOP (impiegati, secondo il Ccnl scaduto da 17 anni) è non soltanto anacronistico, ma anche molto diverso da quello previsto dalla contrattazione per i medici dell’Ospedalità pubblica, ed oggi anche dalla contrattazione per i medici delle aziende associate ARIS, perché sia gli uni che gli altri sono inquadrati come Dirigenti.
Tale situazione, inoltre, sta creando, di fatto, forti discriminazioni anche tra ospedali, tanto da poter configurare una condizione di concorrenza sleale tra aziende ospedaliere AIOP e aziende ARIS, perché entrambe percepiscono gli stessi DRG e le stesse tariffe dallo Stato ma, quelle AIOP conseguono un maggiore profitto in quanto, a seguito del mancato rinnovo contrattuale, hanno minori costi del personale medico del 30% rispetto alle aziende sanitarie ARIS.
Sconcertata per una deriva cotanto lesiva della dignità dei medici, quale Segretario Nazionale della CIMOP, sindacato dei medici della sanità privata, e firmatario dell’unico contratto collettivo del settore, mi rivolgo al premier per rappresentare tutta la nostra indignazione. Il risultato, oggi, è che una grande parte dei medici che, con abnegazione e dedizione, ha portato sulle spalle gran parte del peso costituito dal Covid-19, si vede negare i giusti riconoscimenti normativi ed economici.
Mi chiedo, nonostante i numerosi appelli di CIMOP alle Istituzioni (Ministero della Sanità, Ministero del Lavoro, Presidente del Consiglio, Conferenza delle Regioni e Province autonome e singole Regioni), chi abbia interesse a mantenere una evidente diseguaglianza tra medici della sanità privata; per quale motivo migliaia di professionisti, che svolgono le medesime funzioni per il SSN, debbano vedersi inquadrare in modo così diversificato sia dal punto di vista economico e sia da un punto di vista di inquadramento giuridico, essendo il CCNL del 2001 (scaduto nel 2005) obsoleto e superato. Mi chiedo come mai aziende, che percepiscono ingenti risorse pubbliche, possano liberamente decidere di discriminare in modo così palese il proprio personale medico.
Mi chiedo ancora come mai il Ministero della Salute è intervenuto con finanziamenti pubblici per il rinnovo del CCNL del personale non medico delle aziende sanitarie private accreditate con il SSN (e in questo caso sia associate AIOP che ARIS) e non ha MAI risposto alle numerose richieste di CIMOP che chiedeva il medesimo trattamento anche per i medici”.
E conclude: “Il dato su cui mi auguro che il premier abbia la possibilità di riflettere, riguarda il fatto che noi medici della sanità privata ci sentiamo una sorta di lavoratori di serie B, in balia di imprenditori che possono decidere di adottare determinati comportamenti discriminatori, del tutto liberamente, senza alcun controllo e utilizzando risorse pubbliche. Per questo Le scrivo, per impedire che il capitale umano, rappresentato dai medici della sanità privata, venga calpestato e discriminato, nella consapevolezza che la salute è sì patrimonio di straordinaria importanza per il tessuto socio-economico del singolo individuo e della collettività, ma che altrettanto deve essere salvaguardato il diritto di ogni medico ad uguale considerazione e trattamento, senza dimenticare il fatto che prima di tutto va salvaguardata la dignità, uguale per tutti, della professione medica”.