ACS per Natale raccoglie fondi per finanziare
cinque progetti per i cristiani di Siria e Libano
In questi giorni di Avvento e in vista del Natale la fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) ha lanciato una campagna di raccolta fondi per sostenere i cristiani di Siria e Libano.
Padre Bahjat Elia Karakach OFM, parroco della chiesa di S. Francesco d’Assisi di Aleppo, Siria, descrive ad ACS l’urgenza di intervenire a favore delle comunità cristiane locali. «La situazione d’emergenza, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, continua a precipitare. Un turista non si accorgerebbe di quello che un parroco può venire a sapere grazie al contatto con la gente. Infatti, mentre nella città ci sono sembianze di normalità, nelle case la situazione è totalmente diversa. Sono sconcertato dalla fame! Sì, nella capitale industriale della Siria c’è gente che ha letteralmente fame», afferma il francescano. «Genitori che mangiano poco per poter mandare i figli a scuola, studenti universitari che passano la giornata con un pezzo di pane perché i pochi spiccioli che guadagnano con un lavoro in nero devono bastare per le spese universitarie, anziani trascurati che soffrono il freddo per mancanza di gasolio». Gli attacchi delle forze turche contro quelle curde nel Nord della Siria, a seguito dell’attentato di Istanbul del 13 novembre scorso, non fanno altro che «aggravare il sentimento di insicurezza che la gente vive. Ormai, è qualcosa che fa parte del nostro inconscio», racconta Padre Karakach, e questo «anche se non ci sono ricadute dirette qui in città. Ormai sappiamo che la complessità della guerra siriana ci impedisce l’illusione di una soluzione imminente. La gente parla poco di quanto accade nelle zone curde, non perché non gli interessi, ma perché percepisce questi attacchi come un anello di una lunga catena di violenza a cui non vuole più pensare. La gente è stanca, e passa la giornata cercando di portare a casa quel minimo indispensabile per non dormire affamata, e poi lascia passare tutto il resto». A fronte di questa drammatica situazione, prosegue il francescano aleppino, «le famiglie cercano di conservare le belle tradizioni del Natale, ma non è più possibile conservare una tradizione essenziale, quella cioè di riunirsi in famiglia per festeggiare insieme. Le nostre famiglie sono dolorosamente disperse in tutto il mondo in cerca, non direi di un futuro, ma di un presente dignitoso. La maggior parte dei giovani sono lontani da casa, quella casa in cui restano gli anziani per custodirla con la speranza di poter riabbracciare i loro cari», conclude Padre Karakach.
Per donare speranza alla comunità cristiana siriana ACS propone ai benefattori italiani tre progetti. Il primo va a beneficio delle famiglie aleppine con figli piccoli. L’attuale costo del latte lo rende di fatto un bene di lusso per chi vive gli effetti delle sanzioni internazionali. Con l’iniziativa denominata “Goccia di latte” 1.300 bambini, di cui 220 con meno di 3 anni, riceveranno confezioni di latte in polvere che un’efficiente organizzazione di volontari della Chiesa locale provvederà a consegnare. Il secondo progetto intende sostenere le giovani coppie di fidanzati di Aleppo, per le quali il matrimonio rischia di restare un sogno nel cassetto. ACS intende donare a 152 coppie di futuri sposi una lavatrice, una cucina a gas, un frigorifero e l’essenziale per rendere abitabile una piccola casa. Per queste giovani coppie sarà un aiuto determinante per costruire non solo il proprio futuro, ma anche quello della comunità cristiana locale. Il terzo progetto siriano va a beneficio delle famiglie cristiane rifugiate a Marmarita, nella Valle dei Cristiani, a causa del conflitto armato. ACS intende finanziare l’opera del Centro San Pietro, fondato nel 2011 dai Missionari di San Paolo. Il Centro assiste famiglie cristiane, fornendo loro beni di prima necessità, assistenza per anziani non autosufficienti e istruzione per i bambini della scuola primaria e secondaria.
La fondazione pontificia, con la stessa campagna natalizia di raccolta fondi, presenta altri due progetti per le comunità cristiane del martoriato Libano. La prima iniziativa ha lo scopo di assicurare farmaci a 800 malati gravi dell’ospedale della Croce di Beirut, gestito dalle Suore Francescane della Croce. La struttura, che ospita circa 800 fra adulti e bambini affetti da patologie mentali, incontra infatti gravi difficoltà a reperire i medicinali il cui costo, negli ultimi tre anni, è aumentato di 22 volte a causa dell’inarrestabile svalutazione della lira libanese. Il secondo progetto riguarda Bourj Hammoud, quartiere armeno di Beirut, in cui le Suore del Sacro Cuore di Gesù sono presenti dal 1989. Le religiose si dedicano al servizio delle famiglie più bisognose, il cui numero è aumentato a causa della grave crisi economica del Paese e della terribile esplosione verificatasi nel porto di Beirut nell’agosto 2020. ACS intende finanziare il sostegno che le suore assicurano a 300 famiglie attraverso aiuti di prima necessità, consegnati casa per casa nei casi di anziani non autosufficienti.