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Proseguono le presentazioni del libro d’artista “Eredi Boggiano” di Cristiano Berti
Prossime tappe alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Torino il 12 gennaio 2023 e allo Studio Tommaseo di Trieste il 13 gennaio 2023
 

 

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Proseguono le presentazioni dell’originale libro d’artista Eredi Boggiano con due nuove tappe in Italia. Il libro, edito da Quodlibet e vincitore dell’Italian Council (X edizione, 2021), verrà presentato il 12 gennaio 2023 alle ore 18.00 alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, occasione in cui l’autore dialogherà insieme alla critica d’arte Gabi Scardi. Il tour proseguirà poi il 13 gennaio 2023 a Trieste allo Studio Tommaseo, con un evento inserito nell’ambito delle attività libraryline della Biblioteca Trieste Contemporanea: dalle ore 18.00 l’autore converserà con Giuliana Carbi Jesurun, direttrice di Trieste Contemporanea.

 

Eredi Boggiano è un libro d’artista speciale: completamente privo di immagini, il volume mette al centro la parola, valorizzandone il suo significato più profondo e prendendo la forma di un saggio scientifico di interesse storico. Frutto di cinque anni di ricerche, Eredi Boggiano fa parte del secondo dei “Cicli Futili” una serie di opere ibride nella quale Berti coniuga ricerca archivistica e artistica, per interrogarsi sulla capacità della storia di contribuire all’interpretazione della realtà in un mondo che mescola rapidamente culture e genti. Protagonista della nuova indagine di Cristiano Berti c’è la figura controversa di Antonio Boggiano, un facoltoso commerciante italiano vissuto a Cuba nella prima metà dell’Ottocento, e delle persone che egli possedette, a centinaia, come schiavi di casa o nella sua piantagione di caffè. Eredi Boggiano ci restituisce così un’attenta fotografia della tratta degli schiavi nella Cuba dell’Ottocento e delle ombre del colonialismo e del razzismo, che raggiungono l’attualità.

 

Durante gli incontri l’autore racconterà come ha preso vita il progetto di ricerca che vede protagonista la sorprendente e conturbante eredità cubana lasciata da Antonio Boggiano, dovuta al fatto che, secondo il diritto consuetudinario vigente nelle colonie spagnole, alla persona fatta schiava veniva automaticamente dato il cognome del padrone. Al centro del libro sono temi come la schiavitù e la libertà, che nell’America spagnola poteva essere conseguita indennizzando il padrone, con un solo pagamento o versando periodicamente delle somme, fino al completo ammortamento. Scopriamo così, grazie alle ricerche dell’autore, che i tanti cittadini cubani che portano oggi il cognome Boggiano non sono, solo, i discendenti degli schiavi di questo antico emigrante, bensì i discendenti delle schiave e degli schiavi che furono capaci di acquistare la propria libertà: gli Eredi Boggiano.

La struttura del libro è data da dodici capitoli seguiti da un’ampia sezione di fonti documentarie. Chiude il libro la conversazione con il critico d’arte e autore Seph Rodney, sull’arte e la rappresentazione e memoria della schiavitù di cui citiamo un passaggio: “La questione al centro di questo libro e del progetto artistico nel suo complesso è cosa fare di ciò che abbiamo ricevuto, sia che stiamo occupandoci del gruppo dei Boggiano, di te scrittore e interprete di una determinata storia, di un certo giallo storico e della cultura italiana che fa da cornice al suo mistero, e di me, erede di un ambiguo e disturbante lascito caraibico. (…) Tu hai cercato nel mistero dei Boggiano il materiale per un più ampio discorso su cosa siano i Caraibi. Trovo prezioso che tu abbia rivelato questa segreta storia di imprenditorialità, viaggi, sfruttamento, schiavismo, ambizione, mescolanza di etnie e culture, inesausta ricerca di auto-determinazione.
Ti sei chiesto cosa farne, e hai risposto da ricercatore desideroso di dare alla storia una forma leggibile e comprensibile per il pubblico. E ti sei chiesto cosa farne come artista, districando fili nascosti e curiosi della storia dei Boggiano per vederli caricarsi di significato sul piano di una azione creativa. Hai detto: “l’arte è dare un senso alle cose, all’esistenza, attraverso ciò che non serve”.
Il volume fa parte di un più ampio progetto intitolato Cicli futili Boggiano, del quale fanno parte due altre opere sviluppate dall’artista: un’installazione parietale formata da due grandi alberi genealogici al cui apice stanno persone nate in Africa diramandosi poi attraverso matrimoni avvenuti nella prima metà dell’Ottocento e un video in cui alcune storie raccolte dall’autore nella zona in cui si trovava un tempo la piantagione di caffè di Antonio Boggiano intersecano la conversazione una famiglia di Boggiano afrocubani. La presentazione al pubblico di queste due altre opere è prevista per il 2023.

 

Con questo secondo episodio dei suoi “Cicli Futili”, Berti torna a osservare le sorprendenti connessioni tra la cultura cubana e italiana, già protagoniste del suo precedente libro Gaggini. Le Alpi e il Tropico del Cancro (Quodlibet, 2017), centrato sull’opera dello scultore genovese Giuseppe Gaggini per la città dell’Avana. Ed è proprio durante la ricerca artistica e storica per la stesura del suo primo libro d’artista che Berti scopre l’esistenza di Antonio Boggiano, quale intermediario commerciale tra il conte di Villanueva e lo scultore.

La schiavitù a Cuba era associata alla domanda di lavoro per sostenere le piantagioni; esisteva sul territorio dell’isola di Cuba dal XVI secolo fino a quando fu abolita con decreto reale il 7 ottobre 1886. Più di un milione di schiavi africani furono portati a Cuba come parte del commercio di schiavi nell’Atlantico.

 

Progetto realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council (X edizione, 2021), programma di promozione internazionale dell’arte italiana della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
BIOGRAFIA CRISTIANO BERTI

Cristiano Berti (Torino, 1967) è un artista visivo; vive e lavora a Jesi. Adopera principalmente i medium della fotografia, del video e dell’installazione. Tra le personali: Uqbar, Berlino (2017); Villa Croce Museo d’Arte Contemporanea, Genova (2015); Alert Studio, Bucarest (2014); Mole Vanvitelliana, Ancona (2012); P74 Center, Lubiana, Slovenia (2010); Stanica, Zilina, Slovacchia (2008); Carbone.to, Torino (2006, 2003, 2000). Tra le collettive: Paridad Jojaha (3a Bienal Intern. de Asunción, 2020); Récits des Bords de l’Eau (4me Biennale Intern. de

Casablanca, 2018); Black Disguises (Museum of Modern and Contemporary Art, Rijeka, 2017); Residual (New Art Exchange, Nottingham, 2015); Overlapping Biennial (5th Biennial of Young Artists, Bucarest, 2012); Roma-Sinti-Kale-Manush (Autograph ABP, Londra, 2012); Da Guarene all’Etna (Fond. Sandretto Re Rebaudengo, Guarene, 2009); Artist-Citizen (49th October Salon, Belgrado, 2008); Speaking Volumes (Holter Museum of Art, Helena, US, 2008); Sexwork (NGBK, Berlino, 2006); BIG 2002, 2.a Biennale Internazionale di Torino (2002). Insegna all’Accademia di Belle Arti di Macerata.
INFORMAZIONI UTILI

 

Eredi Boggiano di Cristiano Berti

Edito da Quodlibet

pp.256

ISBN: 978-88-229-2008-9

PREZZO: € 25

SCHEDA DEL LIBRO:  https://www.quodlibet.it/libro/9788822920089

 

PAGINA FACEBOOK DEL PROGETTO CICLI FUTILI: www.facebook.com/FutileCycles

 

SITO DELL’AUTORE: www.cristianoberti.it

 

Progetto realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council (X edizione, 2021), programma di promozione internazionale dell’arte italiana della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura

 

PARTNER: Accademia di Belle Arti di Macerata, Artissima, Museo Nacional di Bellas Artes de Cuba (L’Avana), Instituto de Estudios Crìticos 17 (Città del Messico), University of Texas Arlington (Arlington, USA), Universidad de Màlaga – Facultad de Bellas Artes (Malaga, Spagna), Photography and the Archive Research Centre @University of the Arts London – London college of communication (Londra).

 

 

 

 

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