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LA COMMISSIONE BILANCIO DELLA CAMERA DEI DEPUTATI E IL REGALO DI NATALE AL MONDO VENATORIO

Milano, 27 dicembre 2022

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La Commissione Bilancio della Camera dei Deputati ha approvato, all’alba del 21 dicembre scorso,
un emendamento al Disegno di Legge sul bilancio della Stato che rappresenta un clamoroso regalo
di Natale al mondo venatorio.
La norma, infatti, cancella i cosiddetti “metodi ecologici”, cioè incruenti, che fino ad oggi dovevano
prioritariamente essere applicati nel controllo di specie selvatiche che creano problemi alle attività
umane. Con la nuova versione della legge, di conseguenza, la prima ed unica opzione risulta essere
l’abbattimento. Abbattimenti i quali, ricordiamo, potranno avvenire ovunque, anche in ambiti
cittadini ed all’interno di aree protette, e senza alcun vincolo di tempo: quindi anche al di fuori non
solo delle tradizionali giornate di caccia, ma addirittura della stagione venatoria. Con conseguenze
sulla sicurezza pubblica e sulla militarizzazione del territorio che non è difficile immaginare.
Ma l’aspetto che maggiormente preoccupa chi ritiene l’ambiente naturale un bene primario e
collettivo, la cui salvaguardia deve essere un preciso dovere di ogni amministratore pubblico,
riguarda l’art. 19 bis, di nuova istituzione.
Viene prevista l’adozione di un non meglio definito Piano straordinario per la gestione e il
contenimento della fauna selvatica, il quale dovrebbe occuparsi di “coordinamento e attuazione
dell’attività di gestione e contenimento numerico della presenza della fauna selvatica sul territorio
nazionale mediante abbattimento e cattura.” Di nuovo, senza alcun limite, né di tipo territoriale,
né di tempo. Ma nemmeno di specie, per cui è possibile che la norma si possa applicare non solo,
come si potrebbe ipotizzare, a cinghiali ed altri ungulati, ma anche a specie protette, quali lupi ed
orsi. Le attività di controllo della fauna, infatti, vengono esplicitamente considerate come “non
costituenti esercizio di attività venatoria”, quindi nemmeno sottoposte alle regole della caccia.
Mentre le emergenze ambientali si susseguono con conseguenze sempre più gravi e il
cambiamento climatico comincia a mostrare tutta la sua gravità, l’adozione di misure che
concorrono a degradare ulteriormente l’ambiente nel quale viviamo e dal quale dipende la nostra
vita e la nostra civiltà è inaccettabile. Se non passiamo da politiche di rapina e distruzione ad una
condizione di equilibrio, andremo alla sicura distruzione dell’unico pianeta sul quale siamo in
grado di vivere.
Le scriventi Associazioni contestano con forza anche il metodo adottato per far approvare le
norme “libera caccia”: all’interno di una legge di bilancio, con la quale nulla hanno a che vedere,
ma la cui approvazione risulta così molto più semplificata. Quindi, nessun confronto, nessun
parere di quel mondo scientifico che pure non si esita a evocare ogni qualvolta succede qualche
disastro ambientale, salvo dimenticare ciò che viene affermato in attesa dell’evento successivo.
Le Associazioni chiedono che il provvedimento sia ritirato e si riservano di adottare tutte le misure,
anche giudiziarie, ritenute utili per evitare questa ulteriore concessione alle istanze dei settori più
retrogradi del mondo venatorio.

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