PUGLIA. CARO ENERGIA: RISCHIO STOP RICICLO DEI RIFIUTI
I rincari energetici minacciano di travolgere il sistema della raccolta differenziata bloccando tutta la filiera del riciclo e, di conseguenza, rimarranno per terra centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti.
Fermare la filiera virtuosa del riciclo vuol dire anche andare contro le Direttive Europee sul recupero dei rifiuti e riduzione di materia da conferire in impianti di incenerimento e discariche.
I settori più esposti sono le cartiere e i riciclatori di plastica, essendo fortemente energivori. I pochi non in difficoltà sono quelli che in passato hanno ottenuto dei contratti di fornitura bloccati, ma anche per loro il futuro sembra tutt’altro che roseo.
Il dramma vero sembra essere la “mancanza di una luce in fondo al tunnel”: oltre agli slogan tipici delle campagne elettorali, non si è ancora riusciti a trovare altri fornitori in grado di sostituire in toto la Russia.
Tutti i rifiuti non più riciclabili, l’indifferenziato, possono essere conferiti ad impianti di incenerimento (in Italia ce ne sono quasi 40) in grado di produrre energie elettrica e calore.
Anche se si riuscisse a recuperare tutta l’energia possibile dai rifiuti il problema chiaramente non si risolverebbe, non si azzererebbe la necessità di importare gas dalla Russia, ma comunque sarebbe un ulteriore passo verso l’indipendenza energetica.
La Puglia è certamente una regione abbastanza all’avanguardia nella gestione dei rifiuti: la media percentuale regionale di raccolta differenziata nel 2020 è stabile al 54,68%, mentre nei primi mesi del 2021 si attesta al 58,34%. Sono 113 i Comuni Ricicloni, coloro i quali hanno raggiunto o superato l’obiettivo di legge del 65 % svolgendo correttamente la Raccolta Differenziata.
E’ bene ricordare che nell’aprile 2018 il Parlamento Europeo ha approvato in via definitiva il pacchetto sull’economia circolare che prevede il 65% di riciclaggio dei rifiuti solidi urbani al 2035, con target intermedi del 55% al 2025 e 60% al 2030. Per gli imballaggi, invece, si prevedono target del 65% al 2025 e del 70% al 2030. Per le discariche il target è fissato al 10% entro il 2035.
L’unico settore che non sembra esser stato colpito dai rincari energetici è quello dello smaltimento, e quando si parla di discariche, specialmente nelle fasi emergenziali, sono i Pistilli a fare la parte del leone.
Una cosa certamente positiva però da segnalare c’è: nonostante l’aumento di rifiuti registratosi nel periodo natalizio si è riusciti ad evitare cassonetti strapieni, cumuli di rifiuti attorno ai contenitori e l’invasione di immondizia sui marciapiedi.
Gli amici della ecologia <gliamicidellaecologia@gmail.com>