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Dal diritto alle normative ambientali, un vademecum per gli imprenditori che resistono. Esce il racconto a metà tra l’autobiografia e il saggio del broker dei materiali che ha fondato Caneva Consulting in corso Palladio a Vicenza

 

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Dalla raccolta di ferro vecchio dentro un letamaio fino alla nascita di Caneva Consulting, società che opera nell’ambito del riciclaggio dei prodotti di scarto e della rivalutazione delle materie prime. Dai pugni presi in faccia sul ring alle epiche battaglie legali contro la burocrazia, controlli fiscali e tributari di ogni genere che è possibile vincere solo con lo studio e con la laurea. Il tutto sempre mantenendo ferma la bussola valoriale: il lavoro, durissimo, per far crescere e migliorare la società nella quale viviamo.

Sono questi in sintesi i temi trattati da Glauco Caneva, vicentino oggi 46enne, nella sua prima pubblicazione, “La Teoria di Glauco”, testo di 170 pagine che si muove su due livelli di narrazione. Si inizia con la storia della vita imprenditoriale di Glauco, vicentino fin nel midollo, che evoca un approccio al lavoro attento e aggressivo, spesso doloroso: sembra quasi un nuovo Vitaliano Trevisan alle prese coi suoi “Works”. Una battaglia fatta di scoperte e fallimenti, di tentativi e bastonate che lo portano in fondo alla scala sociale dopo che il sogno imprenditoriale del padre è naufragato per colpa di tasse e tradimenti.

Da qui però Glauco si rialza, scavando letteralmente con le sue mani nel letame, iniziando a raccogliere ferro vecchio per sopravvivere e dare da mangiare al figlio piccolo, cresciuto ed educato con le sue proprie forze. A poco a poco impara le regole del business e della burocrazia, riuscendo a distillare una missione laica nel suo operare: diventa broker di materie prime. Un lavoro che gli permette di valorizzare le materie prime, comprarle e rivenderle per guadagnarci, certo.. ma allo stesso tempo per dare nuova vita a dei rifiuti che altrimenti inquinerebbero l’ambiente.

Su queste basi autobiografiche si innesta la seconda parte del libro, che diventa quasi un piccolo saggio, un vademecum per imprenditori costretti a confrontarsi con lo Stato italiano, ma anche con l’Europa e con tutte le pastoie burocratiche e legali che impediscono all’imprenditore di fare quello che gli riesce meglio: produrre ricchezza per sé stesso e per l’ecosistema che lo circonda. Ci sono citazioni, riferimenti normativi e una profonda bibliografia e supporto delle tesi espresse nel libro, una sorta di grido di rabbia contro chi tarpa le ali alle iniziative imprenditoriali, che finisce però con una speranza. 

La nascita di Caneva Consulting, che oggi ha sede in un palazzo nel salotto di Corso Palladio in centro a Vicenza, e delle varie academy per la formazione del personale, modelli di condivisione delle informazioni e delle buone pratiche che lasciano una luce di speranza per l’imprenditoria veneta.

“Vorrei che questo libro potesse mostrare l’evoluzione della persona nella realtà quotidiana: così come, per imparare a guidare un’auto, dopo la teoria, si fa la pratica”, commenta l’autore nei giorni della presentazione del libro. “E’ un libro dedicato a tutti coloro che si sono sentiti come me: per l’imprenditore che ha voglia di un riscatto sociale, per chi ha vissuto situazioni difficili, di povertà, di violenza, di solitudine, di mancanza di affetto. Questo libro è per chi ha saputo rigenerare in ricchezza la propria forza; ed ora, avendo creato la ricchezza, si accorge magari di aver trascurato la famiglia. Ma, attraverso il racconto della mia storia, ho dimostrato che è possibile riscattarsi anche nell’ambito familiare”.

 

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