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Da Sanremo, la città dei fiori deflorata: Egonu ha accusato di razzismo gli italiani, ma intanto ha incassato dalla casse “italiche sanremesi” un gettone di 25.000 euro; per un presunto problema audio, Blanco si è divertito a distruggere gli addobbi floreali;  Mengoni ha festeggiato la vittoria, sponsorizzando l’ identità fluida; Amadeus ha auspicato che “la televisione deve  spiegare ai bambini che esiste un uomo che ama un uomo e una donna che ama una donna e che questo è normale”; La Ferragni per dimostrare di avere testa ha ostentato il corpo; ed infine per testimoniare che “si può dare di più senza essere eroi”, la neo coppia artistica Fedez&Rosa Chemical, oltre a sfoggiare un bacio appassionato, ha simulato le pratiche dell’antica città di Sodoma. “Artisti”  assoldati dalle lobby lgbt, dai partiti di opposizione e dai vertici della Rai nominati dai governi precedenti, ma pagati con il canone degli italiani. Non si può non rimpiangere la signorilità, l’ironia ed il garbo di veri presentatori come Alberto Lupo, Corrado, Mike Bongiorno e Pippo Baudo. Eppure, nonostante la vergogosa campagna elettorale travestita da ignobile teatrino “porno canoro”, i partiti che appoggiano la dottrina gender, sono stati sonoramente battuti alle urne. Meloni, Salvini e Berlusconi: ringraziano l’idiozia Sanremo.

Gianni Toffali

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