Una nuova inchiesta di Essere Animali mostra la crudeltà della produzione di pellicce in Europa: volpi confinate in gabbia, animali feriti e sottoposti a stress psicofisici estremi
Essere Animali rilascia oggi nuove immagini inedite che mostrano la crudeltà degli allevamenti da pelliccia in Europa, un sistema arcaico e crudele che deve essere vietato, come richiesto da oltre un milione di cittadini europei e decine di organizzazioni con l’iniziativa Fur Free Europe
>>> VIDEO INCHIESTA: https://youtu.be/m1ibmi5qtIo
>>> VIDEO CLEAN: https://bit.ly/3In48GO
>>> FOTO INCHIESTA: http://bit.ly/3E9yfyY
>>> LINK PETIZIONE: https://bit.ly/3WoQYxL
Milano, 15/02/2023 – Il team investigativo di Essere Animali, organizzazione italiana per la protezione degli animali, ha condotto a inizio febbraio 2023 una nuova inchiesta in Polonia – principale paese europeo per allevamento di visoni per la produzione di pellicce e secondo per l’allevamento di volpi, dopo la Finlandia – raccogliendo immagini all’interno di un enorme allevamento di volpi confinate in anguste e fatiscenti gabbie individuali.
I video raccolti in Polonia da Essere Animali mostrano:
- Volpi con comportamenti stereotipati che girano compulsivamente in cerchio all’interno delle gabbie singole a batteria, sbattendo contro le pareti metalliche;
- Gabbie a batteria sporche, spoglie e prive di alcun arricchimento ambientale;
- Gabbie con pavimento interamente composto di rete metallica, totalmente inadeguato per gli animali e fonte di dolore aggiuntivo alle zampe;
- Scarsi sistemi per abbeverare e nutrire gli animali: nelle gabbie l’unico modo per abbeverare gli animali è una singola tazza in ferro per animale e quasi tutte le tazze erano vuote al momento dell’ingresso in allevamento;
- Una volpe con problemi di salute al muso e alla bocca, che presentava gengive molto gonfie dovute alla gengivite iperplastica ereditaria: si tratta di una malattia genetica che colpisce le volpi selezionate per la produzione di pellicce e che peggiora notevolmente le loro condizioni a causa della vita malsana negli allevamenti. Spesso comporta l’abbattimento prematuro degli animali;
L’inchiesta rilasciata da Essere Animali si inserisce all’interno della campagna europea Fur Free Europe, promossa da oltre 60 associazioni per i diritti animali in 23 Stati membri, che in poco più di nove mesi hanno raccolto più di 1 milione e mezzo di firme di cittadini europei – compresi gli italiani – che vogliono vedere la fine di un sistema di produzione crudele, superfluo e non etico. La raccolta firme non è ancora terminata e si chiuderà il 1 marzo 2023.
Le condizioni documentate mostrano il confinamento estremo e repressivo a cui le volpi sono sottoposte, animali che in natura hanno una vita sociale complessa, formano coppie e gruppi familiari e sono abituate a scavare tane con numerosi tunnel e muoversi in un raggio molto ampio (fino a 20-30 km quadrati per le volpi artiche). Le volpi rosse sono in grado di camminare anche 10 km al giorno, mentre le volpi artiche nelle stagioni migratorie coprono fino a 100 km in un singolo periodo.
Tutto questo è negato all’interno degli allevamenti, che non garantiscono nessuna possibilità per gli animali di esprimere i propri comportamenti naturali.
A differenza di altri paesi europei che – forzati anche dell’emergenza Coronavirus, a cui molti animali come i visoni sono soggetti – hanno deciso di cessare la produzione di pellicce (Italia compresa), la Polonia continua a produrre ed esportare tonnellate di pelli in Europa e fuori dai confini UE, un elemento preoccupante se si considera anche la recente notizia del salto di specie dell’aviaria proprio ai visoni allevati per la produzione di pellicce.
A tutto questo si aggiungono anche i danni ambientali e sociali. Sebbene l’industria promuova la pelliccia come un prodotto naturale e sostenibile, le evidenze scientifiche hanno dimostrato che questi allevamenti hanno un effetto devastante sulla biodiversità. Questa attività è responsabile della minaccia e dell’estinzione di alcune specie native europee. I visoni e i cani procione, che sono le principali specie allevate per la pelliccia in Europa, sono considerati specie aliene invasive. Le emissioni degli allevamenti di animali da pelliccia possono avere gravi effetti negativi sulla salute e sulla qualità della vita dei residenti locali. Problemi di infestazioni di insetti e cattivi odori persistenti sono stati segnalati in diversi paesi europei (fonte: report Fur Free Europe, Eurogroup for Animals, 2022)
“Fur Free Europe è già un’iniziativa da record, che dimostra la sensibilità delle persone su questo tema ma è ancora importante che migliaia di cittadini firmino l’Iniziativa dei Cittadini Europei, mostrando così alla Commissione europea quanto sia urgente legiferare a tutela di questi animali e vietare la produzione, l’importazione e il commercio di pellicce in Europa” spiega Brenda Ferretti, Campaigns Manager di Essere Animali. “In questi allevamenti vengono negati tutti i comportanti naturali agli animali, in nulla diversi da nostri animali d’affezione, e non possiamo non chiederci se eticamente possiamo accettare ancora tutto questo. La nostra risposta è ovviamente no: in un mondo in cui abbiamo tante alternative più sostenibili alle pellicce animali e numerosi brand che hanno deciso di abbandonare le pellicce è tempo di voltare pagina per sempre e indicare anche ai produttori una strada migliore e più futuribile, priva di sfruttamento animale” conclude Ferretti.
Essere Animali e tutte le altre organizzazioni europee che hanno aderito alla campagna continueranno a raccogliere le firme dei cittadini di tutta Europa – che potranno firmare online inserendo i propri dati, in un sistema sicuro e certificato – convinti che l’allevamento di animali da pelliccia e l’immissione sul mercato di prodotti di pellicceria siano crudeli, inutili e non etici. Se le firme saranno validate dagli Stati membri entro luglio, la Commissione UE sarà chiamata a decidere nei prossimi mesi circa l’introduzione di questo divieto a livello europeo.
In Italia il divieto di allevare animali per le pellicce è entrato in vigore il primo di gennaio 2022, e a breve si attende l’emanazione del decreto interministeriale per avviare concretamente lo svuotamento degli ultimi 4 allevamenti italiani di visoni dove ancora sono stabulati e ammassati, in minuscole gabbie, più di 3.600 animali.
Note importanti per i media:
- 12 paesi europei tra cui l’Italia hanno recentemente chiesto alla Commissione Europea di studiare opzioni per un divieto permanente della produzione di pellicce e di presentare una proposta legislativa in tal senso
- La vittoria storica dell’introduzione del divieto in Italia è il risultato di una lunga battaglia, in cui Essere Animali è stata in prima linea per dieci anni, non solo con raccolte firme e proteste, ma anche realizzando le prime investigazioni negli allevamenti italiani di visoni, diffuse in tv dai principali Tg e programmi di inchiesta.
- La Commissione europea sta attualmente revisionando la legislazione sulla tutela degli animali. Questa revisione presenta l’opportunità per introdurre un divieto sia sulla produzione che il commercio di pellicce.
- Centinaia di marchi di moda e stilisti hanno scelto di cessare l’utilizzo di pellicce, aderendo alle richieste dei consumatori