IL PUNTO n. 897 del 17 febbraio 2023
di MARCO ZACCHERA
SOMMARIO: Destra-Sinistra 2 a 0 (1-1) – Moratti KO – Ruby – Incoerenze green – Servizi Segreti
POST ELEZIONI
Il centro destra ha vinto in Lombardia e Lazio, un 2 a 0 (rispetto al precedente 1 a 1) per un voto scivolato via nel disinteresse quasi generale, ma che comunque segnala alcune tendenze interessanti.
Innanzitutto pochi votanti: scetticismo e scarso “appeal” del voto regionale, ma ovviamente anche la non concomitanza con altri turni elettorali per un mix che ha condizionato il numero degli elettori scesi a un minimo storico, peraltro in linea – per esempio – con i ballottaggi comunali.
La penisola è piena di sindaci eletti con meno del 40% dei votanti, anche se di solito in questi casi a star lontano dalle urne sono soprattutto elettori di centro-destra con conseguenti spesso clamorosi ribaltoni rispetto al voto del primo turno, mentre questa volta l’astensionismo è stato trasversale, spia comunque del crescente disinteresse collettivo. Risultato: otto anni fa solo Lombardia e Veneto stavano a destra, oggi il quadro è ribaltato con solo 4 regioni al centro sinistra.
Ricordiamoci che la politica è sempre una ruota che gira, ma in questo quadro – già per loro difficile – le tre forze politiche di opposizione schierate in campo (PD – Calenda/Renzi – M5S) hanno fatto di tutto per sbranarsi e sparlarsi a vicenda, senza un minimo di coerenza tale da convincere l’elettorato.
Su Milano hanno giocato molto la personalità e le ambizioni della Moratti ma anche la sua capacità di condizionare (o circuire?) completamente Calenda e Renzi.
Già in passato ho avuto modo di sottolineare la forte distanza tra la percezione che Letizia Moratti ha di sé stessa rispetto al parere e all’apprezzamento dell’elettorato.
Chi ha buona memoria ricorderà la sua stroncatura da sindaco di Milano quando volle ad ogni costo ancora candidarsi nonostante gli allarmi dei sondaggi, salvo essere poi travolta da una sconfitta bruciante.
A molti sembrava azzardata la scelta morattiana di lasciare Fontana da assessore alla sanità (ovvero il più importante) per schierarsi direttamente contro di lui, cosa che la gente non ha evidentemente apprezzato facendo scivolare la Moratti sotto il 10% e lasciandola fuori dal Consiglio regionale, ma trascinando nella sua sconfitta personale anche chi l’appoggiava.
L’infortunio di Calenda (e di Renzi, che però – furbescamente come al solito – si era tenuto un bel po’ più defilato in campagna elettorale) potrà ora avere delle conseguenze già a breve sulla unificazione dei loro due movimenti, ma sull’unificazione incombe come un macigno il tema dei rapporti con il PD.
Un rapporto difficile, rancoroso, fatto di sgarbi personali e antichi rancori, ma anche – ed è la cosa più importante – che rischia (se accettato) di trasformarsi ora in un potenziale abbraccio mortale proprio visto che il PD perde il Lazio ma comunque tiene i suoi voti, mentre Calenda e Renzi colano a picco, nonostante non abbiano perso un briciolo della loro supponenza (sanno tutto loro, gli altri sono pere cotte). I due erano convinti solo qualche mese fa di poter attrarre a sé buona parte dell’elettorato PD in crisi di identità, oggi – soprattutto se sarà Bonaccini il nuovo segretario PD, leader sicuramente moderato – mi sembra più probabile che una stretta collaborazione tra i gruppi scatenerebbe invece un’ondata contraria, dissanguando ulteriormente chi – sia verso destra che verso sinistra – si ritrova in un vicolo cieco e che più di prima è a rischio di perdere il ruolo aggregante per cui era stato pensato come “terzo polo”.
Il centro-destra incassa il successo e prosegue, ci pensa Berlusconi ad agitare un po’ le acque e, dopo l’assoluzione per il Ruby 3, adesso chi lo ferma più?
RUBY
Ho perso il conto di quanti anni di indagini e quanti processi siano stati collegati al “Caso Ruby”: mai nella storia italiana una serata di presunti balletti rosa è stata così oggetto di indagini.
Alla terza assoluzione Berlusconi adesso gode, ma non è finita e vedrete altri ricorsi, appelli ecc.ecc. L’Italia a livello planetario ha fatto una figuraccia cosmica, Ruby – ormai matura trentenne – si è ora scoperta addirittura scrittrice, il Berlusca ci ha rimesso milionate, le procure hanno buttato via inutilmente anni di indagini. Pensate a quanti altri processi sono stati ritardati, a quanti colpevoli (e innocenti) che non sono stati indagati o processati perché procure e tribunali di mezza Italia erano intasati con la presunta nipotina di Mubarak nei vari “filoni” delle indagini..
Mai in aule di tribunale sono comunque apparse a deporre belle ragazze come le “Olgettine” e metà maschi italiani hanno invidiato il Cavaliere. (Anche quelli in quota trans, visto la sfilata dei/delle personaggi) L’ultima news – incredibile – è che a far assolvere Berlusconi sarebbero stati errori procedurali della procura milanese. Un boomerang, insomma… E adesso, chi paga?
INCOERENZE GREEN
Il Parlamento europeo con 340 voti favorevoli, 278 contrari e 21 astenuti ha deciso di mettere al bando dal 2035 le auto a benzina e diesel. FdI, Lega e Forza Italia hanno votato contro, a favore la sinistra.
Secondo me è una decisione folle, che non solo ci mette nelle mani dei cinesi che controllano la produzione dei motori elettrici e relative materie prime, ma che distrugge la nostra industria in nome di un ecologismo scientificamente non basato su dati di fatto e frutto di pura demagogia pseudo-ecologista. Oltretutto l’energia elettrica viene vengono largamente prodotta con materie inquinanti e nessuno spiega quante emissioni concretamente producano le auto a combustione, se ben manutentate e moderne. Per coerenza allora bisognerebbe allora vietare anche i camion, le navi con motori diesel per tornare ai velieri, gli aerei per tornare a dirigibili e mongolfiere. Scelte folli, come la messa al bando dal 2029 delle caldaie a gas. L’Europa si auto-distrugge per pura demagogia e non migliora le sorti del pianeta perchè oltre il 90% del mondo non adotterà mai queste decisioni.
Il dato però è politico: se tutti i partiti di maggioranza italiana sono contro questa normativa innanzitutto si spieghi a chiare lettere che queste scelte europee sono responsabilità della sinistra e – visto che il nostro rappresentante a Bruxelles è sempre Gentiloni, esponente ufficiale del PD – e che su troppe questioni (energia, green, cibi, immigrazione) la sua posizione è opposta a quella della maggioranza politica italiana NE SI CHIEDA LE DIMISSIONI. O Gentiloni si adegua a chi rappresenta oppure se ne deve andare, visto che è politicamente un abusivo.
SERVIZI SEGRETI
Citare i servizi segreti come “fonti” più o meno veritiere sono da sempre un ottimo sistema per far trapelare notizie più o meno reali e nascondere le verità quando sono imbarazzanti.
I “servizi” sono chiamati in campo quando si vuol accusare qualcuno in modo più o meno anonimo o montare l’opinione pubblica sfruttando timori e speranze. Giustificare l’aumento delle forniture di armi perchè i “servizi” sostengono che l’avversario si stia riarmando (e nessuno ne ha la prova contraria) fornisce un ottimo alibi per una escalation bellica. Il caso Ucraina è da manuale.
Al contrario, i servizi vengono tacitati quando scoprono cose scomode o se è meglio non farle sapere in giro. Per esempio, possibile che tutti insieme i servizi segreti europei non abbiano ancora capito chi abbia fatto saltare gli oleodotti russi nel mar Baltico interrompendo comunque la fornitura di gas russo all’Europa?
Eppure è stato un piano così tecnicamente impegnativo che è follia pensare che non sappiano benissimo come sia andata. E allora, chi è stato? L’opinione pubblica europea, furbescamente anestetizzata da migliaia di news pilotate, non se lo chiede neppure né ricorda il fatto, ma quelle esplosioni ci sono costate miliardi di euro in termini di costi energetici. E se fossero stati proprio gli stessi servizi segreti – magari quelli britannici – a compiere il “servizietto”? Ce lo si dica con un minimo di chiarezza, oppure bisogna avere il coraggio di ammettere che in stati che si auto-proclamano liberi e democratici è vietato sapere la verità.
Buona settimana a tutti!
MARCO ZACCHERA