LA LIFE SUPPORT DI EMERGENCY ARRIVA AL PORTO DI CIVITAVECCHIA DOMENICA 19 FEBBRAIO PER LE OPERAZIONI DI SBARCO
A BORDO 156 NAUFRAGHI
EMANUELE NANNINI, CAPO MISSIONE SAR DI EMERGENCY: “MOLTI DEI NAUFRAGHI RACCONTANO ABUSI E SOFFERENZE IN LIBIA”
La nave Life Support di EMERGENCY arriverà domenica 19 febbraio alle ore 8,00 nel porto di Civitavecchia dove si svolgeranno le operazioni di sbarco dei 156 naufraghi tratti in salvo durante la notte e la prima mattina del 16 febbraio. Tra di loro ci sono due donne, tre bambini tra i 7 e i 10 anni e 28 minori non accompagnati. “Le loro condizioni di salute sono buone. Il nostro team sanitario ha eseguito le verifiche delle condizioni di salute di tutte le persone a bordo e ha prestato le cure sanitarie a chi ne aveva bisogno. Non ci sono situazioni critiche, ma molti dei naufraghi raccontano abusi subiti in Libia. Molti di loro portano sulla pelle i segni dei pestaggi e dei maltrattamenti”, dichiara Emanuele Nannini, Capo missione SAR di EMERGENCY.
Le operazioni di salvataggio si sono svolte in due momenti diversi. La prima ha riguardato una piccola imbarcazione di legno in difficoltà in acque internazionali, individuata poco dopo le ore 12 della notte del 16 febbraio. Avvisate le autorità competenti, il team di EMERGENCY ha iniziato le operazioni di salvataggio. Il trasferimento a bordo ha riguardato 46 naufraghi tutti uomini provenienti da Bangladesh, Pakistan, Sudan, Eritrea ed Egitto. Tre sono minori. Dopo aver concluso le operazioni di salvataggio e aver informato le autorità, la Life Support ha chiesto un POS dove sbarcare i naufraghi. Mentre attendeva una risposta, ha ricominciato le attività di ricerca di una imbarcazione in condizioni precarie che era stata segnalate dalle persone soccorse durante la notte.
Verso le ore 8,30 del mattino, un’ora dopo aver ricevuto il POS di Civitavecchia, la Life Support ha individuato un’altra imbarcazione in difficoltà. Si trattava di un gommone grigio di una decina di metri. La Life Support ha iniziato le operazioni di salvataggio in coordinamento con la MRCC italiana. I naufraghi sono 110 persone tra cui 26 minori non accompagnati, due donne e tre bambini sotto i 10 anni. Provengono da Gambia, Chad, Camerun, Senegal Mali, Nigeria, Costa d’Avorio, Guinea Konakri. Le operazioni si sono concluse alle ore 11.30.
Per ora non ci sono tracce della barca segnalata dai naufraghi del primo soccorso.
La sera del 14 febbraio alle ore 21, la Life Support è stata avvicinata da un mezzo veloce che ha effettuato manovre azzardate e intimidatorie senza identificarsi e senza dare alcun tipo di comunicazione, nonostante la Life Support abbia chiesto ripetutamente un contatto radio. La Life Support stava effettuando da domenica attività di ricerca e soccorso al di fuori dalle acque territoriali libiche, dopo averne informato sia le autorità italiane sia le autorità libiche e senza aver ricevuto nessun coordinamento.
EMERGENCY ha scoperto ieri che il mezzo in questione apparteneva alle SSA (Stability Support Apparatus, un organismo dipendente dal ministero dell’Interno libico).
Denunciamo le intimidazioni ricevute e le manovre azzardate nei nostri confronti da parte di un mezzo che appartiene a forze di sicurezza libiche. Confermiamo che la nostra nave si trovava a oltre 25 miglia nautiche dalla costa libica, quindi a debita distanza delle acque territoriali che terminano a 12 miglia, come riscontrabile dagli apparati di navigazione presenti a bordo.
Il nostro mandato è e rimane soccorrere vite in mare, un bisogno confermato anche dai naufragi avvenuti in questi giorni.