“Nei panni di una donna?” scritto a quattro mani con Riccardo Graziosi per la regia di Massimo Milazzo.
Siamo nella casa di una giovane donna che lavora da sarta quindi immagine di un femminile abituato a cucire e ricucire rapporti ad aggiustare situazioni difficili, a mediare fino che è possibile e anche oltre. La sua vita è piena: marito due figli il doppio lavoro sulle spalle. Non se ne lamenta, trasforma se stessa in un punto privilegiato di osservazione. Lei esamina la realtà interna ed esterna in modo acuto e diretto usando la nobiltà plebea del linguaggio “romanesco” che di suo è già una rappresentazione fonetica. Luciana ha l’occhio sottile e intelligente. Davanti a lei i piccoli tic dei suoi uomini, la tecnologia spinta che cancella i rapporti e il ricordo degli amori di gioventù vissuti in automobili striminzite , amori ginnici ma autentici.
Come nel romanzo “Orlando” di Virginia Woolf, Luciana Frazzetto si trasforma in uomo e illustra il punto di vista maschile, l’approccio diverso alla vita. Un’analisi puntuale condotta senza critica né aggressività ma sufficiente a mettere in luce la comicità non voluta di certi atteggiamenti del virile corrente. E poi il sesso, un piatto forte. Fortissimo in Luciana Frazzetto che ne ha le chiavi di misura e di trasparente naturalezza scatenando ad ogni battuta l’ilarità e la compartecipazione della platea.
Il monologo la cui comicità è trascinante, è tuttavia attraversato dalle mani di un marito manesco. Una, due, tre volte questo uomo picchia la sua donna per motivi futili e lei in ospedale, giustifica una, due tre volte. Fino alla presa di coscienza. E a questo punto la sorpresa del monologo drammatico di un’attrice che pensavamo soltanto brillante e che invece si rivela completa e bravissima nelle vesti della donna, di tutte le donne violate dalla brutalità domestica.
Lo spettacolo che gli spettatori vorrebbero non avesse mai termine, accompagna il pubblico all’uscita dopo le ripetute chiamate in proscenio con l’affermazione finale di Luciana:”Le donne non si toccano”