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Una fortuita scoperta

di Francesco S. Amoroso

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Pergola è un piccolo paese di quasi 6.000 abitanti in provincia di Pesaro-Urbino, inserito nella lista dei borghi più belli d’Italia, ma è diventato noto per un rinvenimento.

Nel 1946 dentro una fossa di deposito antica, in località Santa Lucia di Calamello della frazione Cartoceto di questo Comune marchigiano, vennero rinvenute fortuitamente, quattro figure dorate appartenenti a un gruppo bronzeo, e raffiguranti due statue maschili a cavallo, a grandezza naturale, e due matrone, che furono sepolte in frammenti, in seguito ad un antico saccheggio.

Erano i Bronzi Dorati di Pergola, l’unico gruppo di bronzo dorato romano di questo tipo giunto fino a noi, e il solo ritrovato a seguito di uno scavo archeologico.

Unici altri esempi al mondo sono il Marco Aurelio del Campidoglio e i Cavalli di San Marco.

La loro datazione oscilla tra il I sec. a.C. e il I sec. d. C., ovvero tra l’età tardo-repubblicana e il regno dell’imperatore Tiberio.

Il ritrovamento fu al centro di una contesa, un aneddoto curioso per il lettore, che oppose i pergolesi allo Stato italiano, e segnatamente alla Soprintendenza archeologica delle Marche.

Vinsero la controversia gli abitanti del Comune marchigiano, che nel 1993 grazie a un decreto del Ministro dei beni culturali, videro assegnarsi definitivamente l’importante ritrovamento archeologico, oggi esposto nel Museo dei Bronzi dorati di Pergola, inaugurato nel 1999.

Negli ambienti dell’ex convento delle Agostiniane del XV secolo, oggi sede del Museo che ospita i Bronzi, si snoda un percorso che comprende anche altre opere di valore. Nella pinacoteca si segnalano dipinti di Ercole Ramazzani e Pompeo Morganti del Cinquecento, pitture del Seicento come la Madonna in trono di Ventura Mazza da Cantiano, e tele di Claudio Ridolfi di scuola emiliana.

Tra le sculture meritevoli dell’attenzione dei visitatori, è da notare una pregevole statua lignea policroma di San Rocco del 1528, mentre altre sezioni del museo espongono le monete coniate dalla Zecca di Pergola e mosaici pavimentali del IV-V secolo.

I personaggi dei Bronzi raffigurano i componenti di una famiglia d’alto rango e costituiscono una rara testimonianza della ritrattistica monumentale romana.

Il gruppo familiare era in origine composto da due coppie di figure femminili velate e da due cavalieri in vesti militari con cavalli riccamente ornati. Le sculture furono realizzate con una tecnica a cera persa e una lega di rame ricca di piombo, e dorate a foglia

Le sculture dell’intero gruppo non furono però mai innalzate perché manca ogni traccia dei tenoni, i perni con cui comunemente le statue erano fissate alla base.  

Il gruppo scultoreo di Cartoceto, di indiscusso valore storico e artistico, è una preziosa testimonianza di quella politica di diffusione delle immagini monumentali come simbolo del potere dei personaggi raffigurati. Usanza che ha contraddistinto il mondo romano dalla tarda Repubblica in poi.

Il gruppo bronzeo, data la sua importanza archeologica, è stato oggetto di un’emissione filatelica nel 1988.

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