Capitale italiana della Cultura/Sgarbi: «Verdetto parzialmente ingiusto per i criteri del precedente ministro. Adesso gemellaggio tra Agrigento e Gorizia: possono giocare una partita comune»
«Per il prossimo bando evitare i paradossi di oggi»
ROMA – Il Sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi commenta la scelta di Agrigento quale Capitale italiana della Cultura per il 2025.
«Trattandosi di capoluogo di provincia, e quindi con una capacità di coinvolgimento del territorio, la distanza all’altro capo dell’Italia, da Gorizia, impone un gemellaggio per realizzare progetti comuni e coordinati.
L’alternativa sarebbe stata la scelta di un comune di piccolissime dimensioni, come Roccasecca, dal progetto particolarmente pregevole, o Pescina, la città natale di Ignazio Silone».
Il Sottosegretario ricorda come i criteri scelti dal precedente ministro siano oggi alla base di scelte paradossali: «Ancora una volta l’errore di Franceschini nell’ammettere alla gara città di diverse dimensioni sia per densità di monumenti sia per popolazione, determina un verdetto parzialmente ingiusto. Per il prossimo bando, sia per la “Capitale italiana del libro” (dove Genova ha prevalso su Lugo e San Quirico d’Orcia) sia per la “Capitale italiana della cultura”, occorre definire diverse fasce di concorso, per evitare paradossi come Procida che vince contro Bari o Agrigento che vince contro Roccasecca».
«Tuttavia – conclude Sgarbi – Gorizia e Agrigento possono giocare una partita comune».