LA PASSIONE DEGLI ARMENI DEL NAGORNO KARABAKH
Isolati dal mondo da quasi 120 giorni
A Pasqua saranno 119 giorni che il governo dell’Azerbaigian, con falsi pretesti “ambientalisti”, ha bloccato l’unica strada di collegamento tra il Nagorno Karabakh (Artsakh) e l’Armenia.
Quattro mesi di isolamento per i 120.000 armeni che abitano nella piccola repubblica de facto.
Praticamente senza cibo, senza medicine, senza carburante; con il gas tagliato nel freddo inverno caucasico e la rete elettrica ad alta tensione continuamente sabotata dagli azeri. 30.000 bambini, 20.000 anziani, 9.000 disabili soffrono a seguito di privazioni di cure, cibo e istruzione adeguati. Una vera e propria odissea che passa sotto silenzio, mentre i riflettori sono puntati solo sull’Ucraina.
Il regime di Aliyev, che nella recente classifica mondiale di “Freedom House” si trova alle ultimissime posizioni in tema di rispetto dei diritti civili e politici, sta attuando una vera e propria pulizia etnica della popolazione, non disdegnando di ricorrere alle solite provocazioni militari: violazioni della linea di contatto, mancato rispetto dell’accordo del novembre 2020, colpi di cecchini contro gli inermi agricoltori nei campi, azioni di sabotaggio contro personale dell’Artsakh con conseguente barbara uccisione, violazione dei confini della repubblica di Armenia e occupazione del suo territorio sovrano.
Quattro giorni fa, l’ultimo affronto: un convoglio della forza di pace russa che trasportava 27 donne e anziani dall’Armenia all’Artsakh è stato respinto dagli azeri.
Il “Consiglio per la comunità armena di Roma” ancora una volta invita le istituzioni europee e il governo italiano ad adottare opportune iniziative operative, e non solo parole, appelli e dichiarazioni, affinché venga garantito il diritto alla vita della popolazione degli armeni dell’Artsakh e sia aperto il Corridoio di Lachin, unica strada vitale che collega questo lembo di terra al resto del mondo.
«La svendita dei valori europei per un pò di gas di un partner, come Ilham Aliyev, definito “affidabile” dalla Presidente Ursula von der Leyen, si traduce in questo caso in colpevole complicità» dichiara una nota del Consiglio.
«Chiediamo nuovamente al governo italiano, alleato economico, politico e militare dell’Azerbaigian, di attivarsi con Baku affinché sia riaperto il transito sulla strada così come peraltro indicato da una recente sentenza della Corte Internazionale di Giustizia; e, inoltre, chiediamo alla Presidente del Consiglio, on. Giorgia Meloni, nel rispetto della Costituzione Italiana, a non prestare il fianco a un paese guerrafondaio e dittatoriale, che con gli introiti pagati con i soldi degli Italiani, continua ad investire sugli armamenti con l’intento di risolvere con la violenza e la forza delle armi le contese”.
Consiglio per la comunità armena di Roma
Segreteria
comunitaarmena.it