Un vecchio prof. di religione cattolica a Sgarbi
Vittorio Sgarbi, a proposito della maestra sospesa per aver recitato preghiere assieme agli alunni, ha detto: “È assurdo quanto accaduto, anche alla luce delle precisazioni della maestra che non ha imposto un bel nulla ma semplicemente assecondato le richieste dei suoi alunni. Questa sospensione è un affronto alla nostra cultura cristiana, alle nostre tradizioni, alla nostra storia che è legata indissolubilmente al Cristianesimo. Sono certo che il ministro vorrà fare giustizia di questo abuso”.
Sicuro; gentile Sgarbi, che la maestra abbia assecondato le richieste degli alunni? Ma le pare che gli alunni propongono alla maestra di recitare preghiere in classe? E quando mai accade una cosa del genere? Devono essere alunni proprio speciali, giacché di norma per i bambini recitare preghiere è una bella noia. Al più si può pensare che i bambini abbiano fatto tale proposta alla maestra al solo scopo di perdere un po’ di tempo e non fare lezione. Ma se anche fosse vero, che cosa cambia? La maestra avrebbe dovuto spiegare agli alunni, che le preghiere si recitano a casa o in chiesa, giacché nelle scuole statali non si prega, si studia, si fa lezione. E perché mai la sospensione dovrebbe essere un insulto alle nostre tradizioni? Le tradizioni possono essere giuste o sbagliate. Quelle sbagliate si abbandonano. E che cosa ne sa lei se si tratta di un abuso? E’ il dirigente scolastico ad avere infranto le regole, oppure la maestra? Non escludo che la sanzione possa essere esagerata (non sappiamo come si sia svolta la vicenda), però sicuramente esagerata è anche la sua reazione. I sentimenti di pena verso l’ingenua maestra, non devono prevalere sulla ragione.
Renato Pierri