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Anatomia comparata

una festa per il mio amore

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testo e regia Nicola Russo

con Elena Russo Arman, Marit Nissen

scene e costumi Giovanni De Francesco, luci Cristian Zucaro, suono Andrea Cocco

assistente alla regia Isabella Saliceti

immagine carta da parati Alessandra Catella

produzione Teatro dell’Elfo

 

 

Elena Russo Arman e Marit Nissen sono le protagoniste di questa delicata e struggente storia d’amore, scritta e diretta da Nicola Russo che l’ha portata al debutto nel giugno 2021. Un’immersione nei sentimenti e nelle emozioni più intime, come lo erano le sue precedenti creazioni drammaturgiche, da Elettra, biografia di una persona comune a Vecchi per niente, da Io lavoro per la morte a Nina (Montreux 1976).

 

«Come possiamo raccontare un grande amore che non c’è più?» da questa domanda è partito l’autore. «Elena e Diane si sono amate. Diane non c’è più. Elena oggi compie 50 anni e dopo molto tempo si incontrano di nuovo. Insieme ricordano e si raccontano il loro amore. Di cosa hanno parlato la prima volta? E l’ultima? In un gioco a due ripercorrono i momenti vissuti insieme mettendo in pausa, riavvolgendo e rimontando ciò che ricordano per fare i conti con il passato. Due donne raccontano il loro amore sopravvissuto a mille prove una su tutte quella del tempo che passa».

 

 

«Definire l’amore è il più difficile degli esercizi. Non la passione, il desiderio. L’amore, il reciproco appartenersi. Forse è fatto dello sfiorarsi, dell’essere distanti senza perdersi. Della materia, insomma, di cui è tessuta Anatomia comparata. […] È tutto un gioco di sovrapposizioni, questo dialogo tra Elena e Diane, che si sono amate e non hanno mai smesso di farlo. A fronte di questo, non importa più cosa sia passato e cosa sia presente, ciò che è stato vissuto e perduto. Tutto vive in una eterna continuità. […] E si amano, anche, con una sensualità tanto più palpabile quanto più è trattenuta. E lo fanno con grande grazia. La grazia di un testo che Russo scrive in punta di penna, riportando al centro della scena quel teatro di parola dalle atmosfere rarefatte e per questo potentissime, che non ha bisogno del vezzo letterario ma sa mostrare il mondo dentro alla più comune delle frasi, proprio come la casa del grande amore sta dietro a porte che si aprono e si chiudono al momento giusto. La grazia di Elena Russo Arman, la bambina-donna che riesce ad avere insieme venticinque anni e cinquanta, l’incoscienza travolgente dell’adolescente innamorata e la maturità malinconica di chi è rimasta. La grazia di Merit Nissen, la regina bionda dalla risata aperta, l’accento ‘altro’, a tratti deflagrante (come l’amore del resto) a contrappuntare l’architettura sonora di Andrea Cocco, ma anche la serenità di chi sa cosa desidera e lo cerca senza averne paura, costruendo con ferma dolcezza la personalità dell’altra, anche se significa allontanarla. E la vita segnata di chi conosce il dolore e il coraggio di chi sceglie di attraversare la malattia e la morte a proprio modo, con la luce di una festa, in cui, ancora una volta, il tempo smette di essere subito e diventa una scelta».                                    Chiara Palumbo, Cultweek

FOTO ANATOMIA COMPARATA: FOTO DI Laila Pozzo

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TEATRO ELFO PUCCINI, corso Buenos Aires 33, Milano – Mart/ven. ore 21.00; sab. ore 19.30; dom. ore 16.30 – Prezzi: intero €

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