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ASSOCIAZIONE CULTURA IN CAMMINO

 

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EMANUELA ORLANDI 1983

 

Giovanna Canzano

Presidente associazione cultura in cammino

 

introduce

Paolo Tozzi

 

relatori

Vito Bruschini

Federica Giandinoto

Carmelo Lavorino

Alessandro Meluzzi

Pietro Orlandi

Antonio Parisi

Fabrizio Peronaci

Guglielmo Quagliarotti

Anna Maria Turi

 

Modera

Giovanna Canzano

 

Video

Valeria Vilas

 

Domenica 23 aprile 2023 H 17.00

Castello Orsini Sala Conferenze

Fiano Romano (ROMA)

 

A quasi quarant’anni dalla scomparsa, il promotore della giustizia vaticana insieme alla Gendarmeria Alessandro Diddi avvierà nuove indagini in relazione alla scomparsa di Emanuela Orlandi avvenuta a Roma nel giugno del 1983. In base a quanto si apprende l’iniziativa è legata ad una serie di istanze presentate in passato da Pietro Orlandi, fratello di Emanuela. La legale della famiglia della ragazza, Laura Sgrò, sulla riapertura dell’inchiesta ha dichiarato: “Noi ne siamo all’oscuro, lo apprendiamo dagli organi di stampa ma certo è da un anno che attendevamo di essere ascoltati”.

Emanuela Orlandi è nata a Roma il 14 gennaio 1968, penultima figlia di Ercole, commesso della Prefettura della casa pontificia, e Maria Pezzano. All’epoca della scomparsa abitava in Vaticano con i genitori e i quattro fratelli: Pietro, Natalina, Federica e Maria Cristina.

Nel giugno 1983 aveva appena terminato il secondo anno del liceo scientifico presso il convitto nazionale Vittorio Emanuele II, venendo rimandata a settembre in latino e francese. Dotata di talento musicale, Emanuela frequentava da anni l’Accademia di Musica Tommaso Ludovico da Victoria, in piazza Sant’Apollinare (a poca distanza da Palazzo Madama), dove seguiva i corsi di pianoforte, flauto traverso, canto corale e solfeggio.

Il 22 giugno 1983 Emanuela uscì di casa alle 16.00 circa per recarsi alle lezioni di musica in piazza Sant’Apollinare. La lezione di flauto si svolgeva dalle 17.00 alle 18.00 e quella di canto corale dalle 18.00 alle 19.00. Uscita dalla lezione di canto 10 minuti prima del tempo, Emanuela telefonò a casa da una cabina; rispose la sorella Federica, ed Emanuela le disse che un uomo l’aveva fermata proponendole un lavoro di volantinaggio per la Avon Cosmetics, retribuito con la somma di 375.000 lire (equivalenti a circa 590 € del 2023), da svolgersi durante una sfilata di moda nell’atelier delle Sorelle Fontana che si sarebbe tenuta dopo pochi giorni; la sorella le sconsigliò di accettare la proposta e le suggerì di tornare a casa per parlarne con la madre. Secondo le ipotesi investigative, la ragazza avrebbe incontrato il presunto rappresentante della Avon prima di arrivare a lezione di flauto. Dopo la telefonata con la sorella, Emanuela aspettò l’uscita delle altre compagne dal corso di canto e insieme a due di esse, Raffaella Monzi e Maria Grazia Casini, raggiunse la fermata dell’autobus in Corso Rinascimento. A detta delle due ragazze, Emanuela alluse alla proposta di lavoro ricevuta e, da loro messa in guardia, disse che avrebbe chiesto prima il permesso ai genitori e che avrebbe comunque fatto attenzione per evitare brutte sorprese. Intorno alle 19.30, prima Maria Grazia e poi Raffaella salirono su due differenti autobus dirette a casa, mentre, a detta di Raffaella, Emanuela non salì sull’autobus poiché troppo affollato, dicendo che avrebbe atteso quello successivo. Da quel momento si persero le tracce della ragazza.

Secondo un’altra versione, dopo la telefonata Emanuela confidò all’amica e compagna della scuola di musica Raffaella Monzi che sarebbe rimasta ad attendere l’uomo che le aveva fatto l’offerta, per dirgli che avrebbe chiesto prima il permesso ai propri genitori. Raffaella dichiarò che Emanuela l’avrebbe accompagnata alla fermata dell’autobus, lasciandola alle 19.30. Raffaella riferì quindi che dopo essere salita sul mezzo pubblico vide dal finestrino Emanuela parlare con una donna dai capelli ricci — che non fu mai identificata — anche se alcuni suggerirono che si trattasse con ogni probabilità di qualche altra allieva della scuola di musica.

Riguardo la presunta offerta di lavoro fatta ad Emanuela, fu accertato in seguito che la Avon — che peraltro impiegava solo personale femminile — non aveva nulla a che vedere con il fatto, e risultò inoltre che nello stesso periodo altre adolescenti dell’età di Emanuela erano state adescate da un uomo con il pretesto di pubblicizzare prodotti cosmetici in occasione di eventi quali sfilate di moda o altro.

 

Giovanna Canzano presenta i relatori.

Apre il Convegno Paolo Tozzi, che porterà i saluti da Fiano Romano.

Per parlare della riapertura del caso di Emanuela Orlandi, abbiamo invitato a Fiano Romano Vito Bruschini, Federica Giandinoto, Carmelo Lavorino, Antonio Parisi, Fabrizio Peronaci, Guglielmo Quagliarotti e Anna Maria Turi, e, anche Pietro Orlandi, fratello della scomparsa Emanuela.

Cosa è veramente successo? Oggi dopo tanti anni ci sono altre novità? I relatori ci diranno il loro punto di vista sui fatti del 1983 ad oggi, per poi proseguire ad un confronto tra di loro ed il pubblico su questa misteriosa sparizione, modera il dibattito Lucilla Romaniello.

 

Vito Bruschini

Ha lavorato come sceneggiatore e aiuto regista in alcuni film degli anni Settanta e ha diretto e sceneggiato il film Zanna Bianca e il grande Kid del 1977, che ha vinto il premio della giuria al Giffoni Film Festival. Negli anni ottanta ha scritto documentari e trasmissioni culturali per la televisione (La serie di trasmissioni televisive La fatica della tradizione ha vinto il premio “migliore opera della sezione etnie” presso il “Festival internazionale cinematografico di Salerno) e video didattici per diverse collane editoriali. Ha inoltre insegnato regia presso l’accademia Rosebud, scuola privata di cinema e televisione e ha realizzato programmi televisivi per la piattaforma Sky.

Come giornalista ha diretto la rivista Quark Magazine e il mensile di ecoturismo Geos. Ha creato una società di servizi editoriali, con la quale ha realizzato inserti e allegati culturali per diverse testate editoriali e ha lavorato per la rivista di moda Audrey, per l’edizione cartacea del quotidiano Il Globo e per il mensile di orologi Kronos.

Ha diretto la pubblicazione interna delle Ferrovie dello Stato Diario delle ferrovie d’Italia (1839-2000): dalla Napoli-Portici all’ETR500 Edizioni Efeso, 2000. Ha scritto e diretto ‘Sotto un cielo di bombe’, proiezione di un documentario sul bombardamento di San Lorenzo intervallato dalle storie raccontate da 10 attori, rappresentato nell’ambito del “Festival del documentario storico”, manifestazione romana del 2009. Ha pubblicato nel 2009 il romanzo The Father – Il padrino dei padrini. Nel 2011 Vallanzasca; nel 2012, La strage. Il romanzo di piazza Fontana; nel 2013, Educazione criminale; nel 2014 I segreti del club Bilderberg. Il romanzo del potere; nel 2015 I cospiratori del Priorato, tutti con Newton Compton Editori.

Nel 2016, mentre Pietro Orlandi si rivolge a Papa Francesco per acquisire gli atti dell’inchiesta sulla scomparsa della sorella Emanuela Orlandi (Dogliani, dal fratello di Emanuela Orlandi nuovo appello a Papa Francesco, in Repubblica.it, 7 maggio 2017), Bruschini pubblica La verità sul caso Orlandi dal quale sarà liberamente tratto il film La verità sta in cielo di Roberto Faenza (AGI – Agenzia Giornalistica Italia, Faenza, racconto la scomoda verità su Emanuela Orlandi). The Father e Miserere sono stati opzionati da due produzioni cinematografiche per realizzare delle serie televisive. Nel 2022 ha vinto il premio del MIC come migliore sceneggiatura (insieme ad altre 12 su 251 proposte) con “La spiga di Re Salomone”. I diritti di alcuni suoi romanzi sono stati venduti in nove nazioni.

 

Federica Giandinoto

Nata e cresciuta a Roma, è avvocato non più iscritta al relativo Albo, poiché attualmente funzionaria amministrativa presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.

Agli studi giuridici ha alternato quelli musicali, avendo conseguito nel 2005 anche la laurea in “Pianoforte”, presso il Conservatorio di Musica “Licinio Refice” di Frosinone.

Ha scritto due monografie, di cui la prima, intitolata “’Ndrangheta s.r.l. – Una società dai reati Legalizzati”, un’attenta ricerca socio-criminologica sull’associazione mafiosa di origine calabrese, è stata ripubblicata in altre due edizioni oltre la prima, e la seconda, “Saggi di psicologia criminale”, è stata pubblicata alla fine del 2021.

Quest’ultima è un’opera collettiva, realizzata insieme ad alcuni suoi allievi dell’omonimo corso che ha tenuto, assieme a quello di “Scienze criminologiche”, presso l’associazione “Attività di pensiero”, sita in Roma, nel corso del biennio 2020-2021.

In passato ha scritto articoli scientifici sulla ‘ndrangheta in alcune riviste di settore.

Essendo anche appassionata di scrittura di poesie, ha recentemente ottenuto come premio la pubblicazione di una sua lirica all’interno di una raccolta intitolata “Poesie di strada”.

 

Carmelo Lavorino

Si è occupato di numerosi casi di cronaca nera, spesso ipotizzando versioni alternative dei fatti, come consulente della difesa (Mostro di Firenze, omicidio di Marta Russo, delitto di Cogne, delitto di via Poma ecc.), come consulente per i familiari di vittime (morti dell’imprenditore viterbese Mario Natali, del brigadiere del carabinieri Salvatore Incorvaia, del fisico ascolano Rodolfo Manno, del giovane Umberto Cocco…), o come opinionista esperto (delitto di Garlasco, omicidio di Meredith Kercher, omicidio di Yara Gambirasio, delitto di Avetrana, uccisione di Lorys Stival, ecc.).

Fu consulente della difesa di Pietro Pacciani nel caso del Mostro di Firenze (Lavorino ha sostenuto che il contadino, a lungo principale accusato, sia stato assassinato), di Federico Valle e Raniero Busco nel delitto di via Poma, poi assolti, e di Bruno Contrada, l’ex agente segreto e poliziotto accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.

Nel 2003-06 diede un fondamentale contributo all’assoluzione di Carmine Belli, un carrozziere, risultato completamente innocente, ma accusato di aver ucciso la giovane Serena Mollicone ad Arce nel 2001.

Lavorino è fondatore e direttore tecnico-scientifico del Centro Studi Investigazione Criminale (CESCRIN) e della rivista on-line Detective & Crime. Lavorino è cintura nera di karate e tiene corsi di difesa personale.

Ha elaborato un metodo di analisi investigativa criminale sistemica noto come Metodo MOCCI (Modello Operativo Criminalistico Criminologico Investigativo), formato da 23 fasi analitiche, procedurali ed operative dove analizza ogni elemento del caso in questione sia a livello fattoriale che globale ed interrelato, avvalendosi dell’apporto interdisciplinare della Criminologia come scienza del comportamento, della Criminalistica come investigazione scientifica e della traccia, dell’Investigazione come ricerca logica dei vari “Cosa? Dove? Quando? Come? In che modo? Perché? Chi?”.

Lavorino ha inoltre impostato il concetto di Triade Criminodinamica, dimostrando che ogni criminale (che indica come S.I., cioè Soggetto Ignoto) nell’ideare ed agire il progetto criminoso (singolo o seriale) mette in essere tre tipi di comportamenti ed atti del tipo sistemico: 1) atti di modus operandi esecutivi, tecnici e procedurali; 2) atti di matrice psicologica, ritualistici e simbolici; 3) atti di modus operandi per depistare, prendere distanza dal crimine e “farla franca”.

 

Alessandro Meluzzi

(Napoli, 9 ottobre 1955) è uno psichiatra, personaggio televisivo, saggista criminologo ed ex politico italiano. Consulente in alcuni casi giudiziari ad alto impatto mediatico. Nato a Napoli, ha trascorso parte della sua vita a Torino dove ha  studiato, laureandosi in Medicina e Chirurgia, specializzandosi in Psichiatria. Ha lavorato come ricercatore presso il laboratorio del neurofisiologo Henri Laborit all’Hôpital Boucicaut e all’Istituto Pasteur di Parigi. In seguito, conseguendo il baccellierato in Filosofia magna cum laude presso il Pontificio ateneo Sant’Anselmo di Roma. È sposato e ha una figlia. Risiede da molti anni ad Albugnano.

 

Pietro Orlandi

Fratello di Emanuela Orlandi, è molte volte protagonista in televisione per parlare della vicenda che ancora non ha un colpevole. La sorellina è infatti scomparsa a soli quindici anni e ancora oggi tra inchieste, archiviazioni e smentite non si sa davvero che fine abbia fatto.

 

Antonio Parisi

Si è occupato di politica ricoprendo l’incarico di Segretario Nazionale del Fronte Monarchico Giovanile dell’UMI dal 1982 sino alla morte dell’ultimo ex Re d’Italia, Umberto II, avvenuta il 18 marzo 1983. Fu fondatore nel 1984 con Sergio Boschiero del movimento politico Fert. Dopo la morte di Umberto II, ha collaborato, fino al 2000, con l’Arciduca Otto d’Asburgo.

Insieme al giornalista e parlamentare Gustavo Selva ha ricostruito in Italia l’Unione Paneuropea.

Dopo aver lavorato al quotidiano Commercio Estero, organo dell’Istituto nazionale per il commercio estero, fu chiamato nel 1992 a dirigere il mensile economico Europa Finanza. Nel 1992 ebbe anche la direzione della Tv toscana Tele 90 a cui seguì nel 1994, per 9 anni, la direzione responsabile dell’emittente nazionale Rete Mia subentrando nell’incarico a Ruggero Orlando. È autore delle trasmissioni, Italia Più ed Europa Più trasmesse sulla piattaforma Sky. Successivamente ha diretto il quotidiano a tiratura nazionale Il Meridiano. Scrive ora per diverse testate settimanali italiane dove ha firmato tra le altre delle inchieste sul caso Emanuela Orlandi, di cui scoprì la BMW con cui fu presumibilmente rapita, sulla morte di Edoardo Agnelli (1954-2000) e sulla Sacra Sindone, rinvenendo i documenti che comprovano gli appetiti di Hitler sulla reliquia di Torino. Ha condotto una approfondita indagine sulle foibe piemontesi e sugli eccidi successivi al 25 aprile 1945.

Nel 2006 è stato insignito a Venezia dall’Accademia dei Sbandai dell’omonimo premio per i suoi scritti sulla Casa d’Asburgo.

Per il suo libro sul caso Parolisi ha vinto l’edizione 2013 de I sapori del giallo, rassegna di letteratura poliziesca e gastronomia che si tiene ogni anno a Langhirano.

Nel 2019 al Salone del Libro di Torino per il volume “Ucraina” riceve assieme a Fabrizio Bertot, il Premio Internazionale “Volterrani”. Si è qualificato primo posto assoluto del Premio Letterario Internazionale Montefiore, con il libro “Gli Agnelli”.

Dalla fine del 2015 è portavoce della Chiesa Ortodossa italiana autocefala.

 

Fabrizio Peronaci

Laureato in Scienze politiche e giornalista professionista, Fabrizio Peronaci lavora dal 1992 al Corriere della Sera, nella sede di Roma, dove è caposervizio e si occupa di inchieste e multimedialità. Ha seguito, prima da cronista di nera e poi da responsabile del settore, i principali gialli ambientati nella Capitale. Considera un’informazione libera e coraggiosa pilastro essenziale di una democrazia. Nelle sue indagini, predilige le fonti dirette rispetto a quelle istituzionali. Ha pubblicato Mia sorella Emanuela (con Pietro Orlandi, 2011), Il Ganglio (2014), La Tentazione (2017) e Il figlio della colpa (2018). Ha creato un gruppo Facebook “Giornalismo investigativo by Fabrizio Peronaci” per aggiornare familiari e lettori sull’evoluzione dei casi seguiti. È l’autore di Morte di un detective a Ostiense e altri delitti. 1990-2000: 13 casi irrisolti nei quartieri di Roma e Il collezionista di ossa della Magliana e altri delitti, primi due volumi della collana “Fattacci di Roma” di Typimedia Editore.

 

Guglielmo Quagliarotti

Nato è a Roma  1943, dopo varie esperienze professionali in alcune delle maggiori testate giornalistiche nazionali, (Il Tempo, Ansa, Giornale d’Italia, Rai tg,), ha lavorato per circa 23 anni al Messaggero (prima in Cronaca e poi per molti anni nelle pagine di Economia) dove, come inviato speciale, ha avuto modo di seguire insieme ai massimi vertici politici ed economici nazionali, (in particolare nelle missioni di ministri e capi del governo organizzate da Confindustria-Ice–Api) i maggiori problemi dell’economia mondiale e dell’internazionalizzazione dei mercati esteri.

Quale esperto di problemi macroeconomici ha intervistato per diversi lustri i massimi protagonisti dell’industria, commercio artigianato sulle pagine di Eonomia e Finanza del Messagero con particolare riferimento ai settori strategici del commercio internazionale, dell’energia, e delle infrastrutture. È stato tra i primi giornalisti italiani a visitare con l’Enel le maggiori centrali nucleari in Francia e partecipando nel 1978 con il presidente dell’Eni Sette, all’inaugurazione del gasdotto italo-algerino nel cuore del Sara nel 1980.

È stato tra i primi giornalisti italiani a raggiungere con l’elicottero dell’esercito i luoghi sconvolti dal terremoto in Irpinia e Basilica. Ha seguito i principali avvenimenti degli anni settanta- ottanta (tra lo scandalo Lockheed a quello della P2, Bankitalia, fino agli anni cruenti del terrorismo, seguendo in prima fila il caso Moro, di cui, in relazione al quale, ricevette il testamento politico dello statista, il comunicato numero 8 delle br . Per questi ultimi servizi giornalistici ha ricevuto tra gli altri il premio giornalistico ‘Il segno del cronista’ da parte della Federazione della Stampa e del Sindacato Cronisti.

Per motivi professionali si è recato nelle zone più disagiate del pianeta: Indocina, Medio Oriente (non solo Egitto Siria e Nord Africa, ma anche Sudan Yemen Quwait etc) dell’Africa (Zauire in particolare ha intervistato i direttori dei parchi Virunga e Goma dopo l’assassinio da parte dei bracconieri della famosa etologa dei gorilla di montagna Dyane Fossey).

 

 

Paolo Tozzi

Fiano Romano 25/01/1955, maturità conseguita al liceo scientifico Augusto Righi di Roma

laurea in Giurisprudenza conseguita all’Univ. La Sapienza di Roma. Professione: pubblico dipendente ora pensionato.

 

Anna Maria Turi

Ricercatrice nel campo del misticismo religioso, ha pubblicato numerosi saggi e biografie che hanno visto la luce anche all’estero, fra i quali: «La levitazione, fenomeno mistico e parapsicologico» (Edizioni Mediterranee, Roma 1977); «Ritratto di Medium» (Rusconi, Milano 1977); «Nìjinsky» (ECIG, Genova 1985); «Pourquoi la Vierge apparait aujourd’hui» (Félin, Paris 1988). Dai primi interessi filosofici ai successivi studi nel campo delle psicologie speciali fino alla collaborazione con quotidiani e settimanali, ha redatto voci per importanti enciclopedie e ha scritto la storia della magia, «Dimensione magia».

Dagli studi filosofici sulla fenomenologia della percezione a quelli sulle sensibilità speciali e sul misticismo religioso, ha pubblicato numerosi saggi e biografie in Italia e all’estero. Come specialista della materia, ha redatto voci per importanti enciclopedie, tra cui quella della UTET. Giornalista, fin da giovanissima ha collaborato alle maggiori testate nazionali spaziando su quotidiani e settimanali dai campi religiosi a quelli geopolitici, culturali, sociali e della grande c cronaca e collaborando come consulente e inviata a programmi televisivi di RAI e Mediaset. È conferenziera e relatrice in Congressi nazionali e internazionali.

Una storia infinita di interrogativi e, fino ad oggi, di poche certezze. I primi punti fermi furono dati dalla prima edizione del libro “Emanuela nelle braccia dell’Islam?”: la Orlandi, cittadina vaticana scomparsa nel 1983, fu vittima di un’organizzazione di preti pedofili e oggi è ancora viva. Adesso l’indagine dell’Autrice aggiunge altri e sconcertanti tasselli al disegno di un’esistenza dalle esperienze estreme, rocambolesca ma soprattutto legata alla bruciante attualità del radicalismo islamico, dei camuffamenti che consentono di varcare ogni frontiera, degli accordi segreti tra potentati, di partiti e di Stati. Una volta si poteva intravedere l’Orlandi in moschea a predicare alle donne della sua scuola coranica; oggi occorre riscoprirne i tratti in un volto ritoccato dal chirurgo plastico mentre siede in un’assise internazionale per curare gli interessi dei Paesi del Mediterraneo e quelli del Sudamerica, tanto caro a Papa Francesco. Quale “grande giuoco” si è nascosto in passato e continua a nascondersi in tutto ciò? È senz’altro quello della mutevole e spregiudicata politica internazionale. Infatti, le sorti della fragile ma preziosa prigioniera sono state sempre mercanteggiate tra alcune Nazioni e un Vaticano di forte presenza mondiale. Perché se il Vaticano ha sempre occultato, ha però anche protetto oltre che pagato e perciò è stato sensibile alle trattative. Ma il risultato finale è la rinascita dell’adolescente violata e sconfitta in una donna forte, capace, dura, vincente. Qualcuno forse la riconoscerà in un telegiornale arabo o di altra lingua. Vive e lavora a Roma

 

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