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Il decreto sulle nuove semplificazioni sugli impianti TLC mortifica il paesaggio e gli enti locali

 

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Il Governo ha posto la fiducia sul nuovo decreto di attuazione del PNRR, DL 13/2023, escludendo il dibattito parlamentare su un tema delicato per il futuro del Paese.

 

L’art. 18 del DL 13, in materia di infrastrutture per le telecomunicazioni, conteneva già nel testo originario provvedimenti di semplificazione a beneficio dell’industria delle TLC, agevolando le procedure autorizzative degli impianti di telefonia mobile; ebbene, il testo approvato dal Senato è stato ulteriormente peggiorato, con la previsione della riduzione dei termini del silenzio/assenso per le autorizzazioni rese dagli enti locali. Grazie a questo ennesimo colpo d’accetta, con cui vengono sottratti al Paesaggio ed agli enti locali preziose garanzie di tutela, ecco in sintesi a quali tagli andrà incontro un comune per autorizzare un’antenna, traliccio o torre di telefonia mobile:

  • vengono meno i vincoli per le autorizzazioni sismiche anche per gli impianti di ultima generazione (5G, microcelle collocate ovunque, indoor e outdoor);
  • cadono i vincoli per le autorizzazioni paesaggistiche;
  • i tempi di autorizzazione subiranno una decisa contrazione, passando da 90 a 60 giorni, dopo i quali scatta il c.d. silenzio/assenso;
  • i permessi, le concessioni e le autorizzazioni sono prorogati di 24 mesi;
  • sono prorogati fino a tutto il 2026 le licenze d’uso per frequenze relative alla tecnologia 5G.

 

Infine, appare gravissima la disposizione che limita la facoltà dei Comuni di avvalersi di regolamenti per gestire in forma virtuosa la localizzazione delle antenne, condizionandola all’applicazione delle norme del codice delle comunicazioni elettroniche (art. 18, comma 8). Ciò equivale ad introdurre una decisa sudditanza della legge quadro sull’inquinamento elettromagnetico (L. 36/2001) alle norme sulle autorizzazioni (D.Lgs. 259/2003), nel senso che le funzioni del primo sono condizionate dal secondo. E tale asservimento si inquadra in una logica di favore per la lobby delle tower company, equiparate a tutti gli effetti alle aziende che erogano i servizi di telefonia mobile.

 

In questo scenario, pertanto, si riducono ancor più i margini delle tutele ambientali nelle aree vincolate e di pregio paesaggistico, mentre il profilo di competenze in capo agli enti locali, già condizionato dalle numerose incombenze e responsabilità sulla cura del territorio, appare sempre più mortificato.

 

Italia Nostra manifesta il proprio formale e sostanziale dissenso per le nuove disposizioni semplificative in tema di telecomunicazioni. Si ritiene grave che non sia stata prevista una fase di audizione per le associazioni riguardo una tematica così attuale e importante e fa appello alle associazioni ambientaliste ed ecologiste, alle comunità locali ed alla società civile, affinché venga riaffermato il rispetto dei principi costituzionali che sovrintendono alla tutela dell’ambiente e del territorio, che non deve venir meno neppure durante la transizione digitale del Paese.

 

Enrico Del Vescovo

Consigliere nazionale Italia Nostra

Presidente Italia Nostra Castelli Romani

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