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Rovigo, tra ville, palazzi e mostre

La riscoperta e l’apertura straordinaria di Palazzo Malmignati a Lendinara,

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in occasione della presentazione di 4 grandi quadri di Sebastiano Ricci

posti sulle pareti del piano nobile del palazzo

 

Primavera risveglio dei sensi e della voglia di viaggiare, di visitare mostre, palazzi, magari in luoghi meno affollati eppure pieni di fascino e cultura.  Nell’agenda del visitatore attento e curioso non può mancare la scoperta di Rovigo e dei borghi suggestivi della sua provincia.

Un patrimonio storico e artistico diffuso che è capace di stupire svelando tratti inattesi. E’ il caso di Lendinara, cittadina già storicamente ricca di arte e storia, tanto da meritare l’appellativo di “Atene del Polesine”, che oggi mostra un altro dei suoi gioielli: Palazzo Malmignati tornato ai suoi antichi splendori grazie allo spirito mecenatesco della famiglia Travaglini che da quattro anni si sta occupando del suo recupero con la cura e la sensibilità di chi riconosce il valore e il fascino che la storia e l’arte suscitano.

Il palazzo, di mole imponente, fu costruito nel 1528 dalla nobile famiglia dei Malmignati, di origine ferrarese, giunta a Lendinara verso la metà del Quattrocento e divenuta in breve tempo una delle più importanti e facoltose di Lendinara.

A raccontare la straordinaria storia di questo palazzo e dei suoi abitanti è la ricca documentazione archivistica della famiglia, distintasi per numerosi interventi di pregio e luoghi simbolici come il Santuario del Pilastrello, il Duomo di Santa Sofia, la chiesa di San Biagio e il Palazzo Boldrin, oggi sede della Cittadella della Cultura.

Il sogno della famiglia Travaglini è proprio quello di restituire il palazzo non solo alla comunità locale, ma ai molti estimatori di architettura rinascimentale, contribuendo alla sua valorizzazione come splendida location per cerimonie, meeting ed eventi culturali, forte di spazi interni ampi distribuiti su più livelli, arricchiti da altre sale e da una camera da letto principesca. All’esterno un giardino all’italiana di 10.000 mq, abbellito da bossi e rose, dove trionfa un’enorme peschiera proprio per esaltare il palazzo nello specchiarsi sull’acqua.

L’occasione che ha richiamato autorità cittadine e provinciali, esperti d’arte e cittadini è stata la presentazione di 4 grandi quadri di Sebastiano Ricci posti sulle pareti del piano nobile del palazzo.

Sebastiano Ricci è un pittore bellunese attivo a cavallo tra il 1600 e il 1700, nei principali centri artistici italiani ed europei, in particolare a Venezia. L’artista inaugurò un tipo di pittura chiara e luminosa, dall’impianto compositivo scenografico, basata sul Veronese e sugli esempi del barocco maturo, che ebbe grande influsso sullo sviluppo dell’arte veneta del Settecento. Una delle sue tele più famose si ritrova anche nella chiesa di San Bartolomeo a Rovigo, dove si intrecciano arte veneziana e arte emiliana del Seicento.

Ed è stato proprio il ciclo pittorico attribuito all’età giovanile dell’artista Sebastiano Ricci, il centro della presentazione e con essa l’apertura straordinaria al pubblico del palazzo che si è svolto venerdì 21 aprile alle 18.00.

A illustrare il ciclo pittorico il dottor Emanuele Principi, laureato magistrale in Storia dell’Arte, diplomato presso la Scuola di Specializzazione in Beni storico-artistici dell’Università degli Studi di Padova e Tutor Junior presso il Dipartimento dei Beni Culturali dello stesso ateneo.

E’ stato un piacere per me – queste le parole di Principi – poter studiare e raccontare in questa occasione i dipinti che la famiglia Travaglini ha deciso di condividere con il grande pubblico. Sono tele riferibili alla fase giovanile di Sebastiano Ricci, negli anni del soggiorno emiliano tra Bologna, Parma e Piacenza, gli anni ottanta del Seicento, nei quali lo troviamo al lavoro per committenti illustri quali la famiglia Farnese.

 

Sono i momenti precedenti di uno straordinario viaggio, che condurrà l’artista lungo la penisola italiana raccogliendo l’eredità della grande pittura barocca di centri quali Roma e Firenze. Tornato a Venezia, Sebastiano porterà con sé un linguaggio nuovo, destinato a cambiare le sorti della pittura veneta ed europea del Settecento. Una pittura di luce e colore, vertice assoluto che anticipa e prepara l’opera di Giambattista Tiepolo. Non sappiamo ancora per quale personalità Ricci realizzò le opere che ora vediamo a Lendinara nel Palazzo Malmignati, ma sicuramente nacquero insieme, come ciclo, e sono stilisticamente accostabili a quelle che Ricci mise in opera per vari committenti emiliani, primi tra tutti i Farnese.

Protagonisti dei dipinti sono quattro soggetti tratti dall’Antico Testamento: rappresentano Lo svenimento di Ester davanti ad Assuero, Mosè affidato alla madre dalla figlia del Faraone, Mosè e i carboni ardenti, Il convito di Baldassarre”.

Al termine della spiegazione dei dipinti che il relatore ha condotto in modo divulgativo, affascinando anche i non esperti, si è svolta la visita guidata del palazzo con i proprietari, conclusasi con un aperitivo.

 

Lendinara è solo una delle tante tappe suggestive che turisti, residenti e appassionati della bellezza e dell’arte, possono assaporare in terra polesana.

Ce lo ricorda Cristina Regazzo responsabile di Rovigo Convention & Visitors Bureau, braccio operativo della promozione turistica locale e del Marchio d’area “Terre fra Adige-Po” che in questi anni sta proseguendo la sua capillare attività di promozione, grazie al supporto di Camera di Commercio Ve-Ro, Fondazione Cariparo e Gal Adige.

Chi ama l’arte, la storia e la cultura o cerca ville e palazzi per eventi culturali e aziendali – queste le parole di Cristina Regazzo – sarà piacevolmente sorpreso dall’offerta della “Terra fra Adige e Po” che, grazie all’impegno e alla cura di tanti privati che da decenni custodiscono spazi di grande fascino, sta vivendo un suo “rinascimento”, testimoniato anche dalle ville che il FAI di Rovigo ha permesso a migliaia di visitatori di scoprire e visitare l’ultimo weekend di marzo

Merita certamente di essere visitata Badia Polesine con l’Abbazia della Vangadizza, antico eremo camaldolese, e il Teatro Balzan detto la “Piccola Fenice” e ancora Fratta Polesine dove si erge maestosa Villa Badoer, progettata da Andrea Palladio e patrimonio Unesco, e l’adiacente Villa Grimani Molin Avezzù, teatro di eventi di rievocazione storica legati alla storia risorgimentale.

A Rovigo, oltre alla straordinaria mostra di Palazzo Roverella “Renoir, l’alba di un nuovo classicismo” che già ha accolto 20.000 visitatori, da non perdere a Palazzo Roncale anche la mostra di Virgilio Milani, il più importante scultore rodigino del ‘900. Un’esposizione corale visto che, accanto alle opere dello scultore, presenta quelle di artisti come Mario Cavaglieri, Leone Minassian, Edoardo Chendi e Paolo Gioli. Approfittando della Rovigo Card è possibile visitare Torre Donà, il tempio della Beata Vergine del Soccorso detta La Rotonda e il Museo Grandi Fiumi con le due nuove sale dedicate alla mitologia e all’ambra.

 

Per chi sarà in movimento nei prossimi “ponti” ricordiamo che Palazzo Malmignati sarà aperto al pubblico il 22-23-25 e 28 aprile.

Non c’è dubbio che sia emozionante scoprire luoghi meravigliosi, ville, palazzi di alto pregio, che possono diventare anche nuovi set cinematografici – chiude la Regazzo – . Un patrimonio artistico restituito alle comunità che oltre a suscitare un profondo senso di gratitudine verso le famiglie proprietarie di ville e palazzi, rende orgogliosi di promuovere tanta bellezza

 

 

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