Giovedì 4 maggio 2023 alle ore 17, il terzo appuntamento del ciclo di incontri riparAzioni: dialoghi d’arte, cultura e società vedrà la partecipazione di Armando Punzo, fondatore nel 1988 della storica Compagnia della Fortezza di Volterra, una vera e propria utopia diventata realtà, che ha trasformato uno dei peggiori istituti penitenziari italiani in un raffinato laboratorio di ricerca teatrale. Attraverso questo progetto, per il quale è stato premiato con il prestigioso Leone d’Oro della Biennale Teatro 2023, Punzo è riuscito a mostrarci con occhi disincantati che c’è vero teatro laddove si abbattono stereotipi e pregiudizi.
L’incontro, introdotto dalle docenti Benedetta Dalai e Silvia Spadoni, si svolgerà nella forma di una conversazione tra il regista, drammaturgo e attore e Rossella Menna, critica teatrale, saggista e co-autrice del libro Un’idea più grande di me (Luca Sossella Editore 2019), un vero e proprio testamento artistico pubblicato in occasione dei trent’anni della Compagnia della Fortezza.
Advertisement
In trentacinque anni di lavoro con la Fortezza, composta oggi da circa ottanta detenuti-attori, Armando Punzo ha messo in scena oltre quaranta spettacoli, molti dei quali, dopo il debutto in carcere, sono stati ospitati nei maggiori festival e teatri italiani. Da oltre vent’anni persegue con ostinazione l’obiettivo della realizzazione del primo Teatro Stabile in carcere al mondo, la cui progettazione è stata affidata nel 2022 all’architetto Mario Cucinella. Parallelamente, dirige workshop e spettacoli internazionali, tra cui un’edizione site specific di Hamlice all’Hangar Bicocca di Milano per oltre tremila spettatori; una serie di performance collettive nell’ambito del progetto Mercuzio non vuole morire; l’installazione performativa Paradiso. Voi non sapete la sofferenza dei Santi, andata in scena, ai piedi dell’Ilva, con il coinvolgimento dei cittadini del Quartiere Tamburi di Taranto; L’Opera Segreta. Rovine e resti dell’umanità di Shakespeare, ambientato sulle Scale Mobili S. Lucia di Potenza, con circa cento persone in scena. Ha diretto, dal 1996 al 2016, il Festival Internazionale VolterraTeatro e ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, tra cui sei Premi UBU e la Medaglia del Presidente della Repubblica. Suoi scritti sono apparsi sulle principali riviste di teatro italiane e straniere.
riparAzioni: dialoghi d’arte, cultura e società è un ciclo di sei incontri a cura di Lucrezia Ercoli, Maura Pozzati ed Emilio Varrà, con grandi protagonisti dell’arte e della cultura internazionale: il filosofo Emanuele Coccia, il collettivo artistico ruangrupa, il regista e drammaturgo teatrale Armando Punzo, l’artista Adelita Husni-Bey, l’illustratrice Nora Krug e la regista Alice Rohrwacher.
Il programma di conferenze, nato dall’idea che l’arte – nelle sue diverse forme e discipline culturali – sia un processo creativo capace di riparare e colmare le fratture e gli strappi del reale, si svolge nell’ambito del progetto RiparAzioni – rielaborare ad arte, ideato dall’Accademia per il programma PON Metro 14-20, Programma Operativo Nazionale Città Metropolitane del Comune di Bologna, finanziato dall’Unione Europea e dedicato allo sviluppo urbano sostenibile.
Ingresso libero fino a esaurimento posti.
I prossimi appuntamenti:
L’incontro di giovedì 25 maggio alle ore 17 vedrà la partecipazione di Adelita Husni-Bey, artista italo-libica, esperta di pedagogia e interessata a tematiche che spaziano dall’anarco-collettivismo al teatro, dalla giurisprudenza agli studi sullo sviluppo urbano.
Venerdì 23 giugno alle ore 17, il ciclo proseguirà con l’autrice e illustratrice tedesco-americana Nora Krug, che con la sua pluripremiata graphic novel Heimat ha indagato la storia della sua famiglia per comprendere che ruolo essa abbia avuto durante il regime nazista.
Ancora da definirsi la data dell’ultimo incontro con la regista Alice Rohrwacher, che parlerà di come è possibile mettere in luce certe contraddizioni della contemporaneità, privilegiando il punto di vista di “minoranze”, come possono essere quelle di un immaginario rurale o quelle connesse allo sguardo dell’infanzia.
Ufficio stampa Irene Guzman |