La mattina del 30 aprile 1982 vengono uccisi in un attentato di stampo mafioso a Palermo Pio La Torre e il suo autista, Rosario Di Salvo. A commissionare l’assassinio sono Totò Riina e Bernardo Provenzano. Pio La Torre era un politico onesto al servizio dei cittadini. Durante la sua attività politica, Pio La torre s’impegnò attivamente contro Cosa Nostra. E’, infatti, da ricondurre proprio a Pio La Torre la struttura normativa della legge 13 settembre 1982, n. 646 (detta “Rognoni-La Torre”), che introdusse nel codice penale l’art. 416-bis, il quale prevedeva per la prima volta nell’ordinamento italiano il reato di “associazione di tipo mafioso” e la confisca dei patrimoni di provenienza illecita.
Rosario Di Salvo era, invece, nato nel 1946 e a soli ventiquattro anni sposò nel 1970 Rosa Casanova. Viaggiò molto per lavoro a fianco dei vari leader di partito. Fu proprio in uno di tali viaggi che conobbe Pio La Torre.
Negli anni a cavallo tra la fine del 1970 e l’inizio del 1980 la Sicilia, in particolare Comiso, diventò metà di riferimento dei movimenti pacifisti. Infatti, Comiso era stata scelta dalla NATO per la collocazione dei missili cruise – missili a bassa quota e a traiettoria guidata.
Pio La Torre e Rosario Di Salvo si schierarono apertamente contro la costruzione della base missilistica Nato a Comiso. Pio La Torre in un’intervista affermò: “In Sicilia ci sarà il banchetto mafioso degli appalti per costruire la base”.
Ricordiamo Pio La Torre e Rosario Di Salvo, onorandone la memoria, divulgando e approfondendo nelle aule scolastiche il ritratto commemorativo che proprio recentemente il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha proposto nel suo discorso al Centro Studi Pio La Torre, ad apertura dei lavori del “Progetto educativo antimafia” con gli studenti delle scuole: “Commemorare il loro operato contro la violenza, l’intimidazione e la condizione di assoggettamento , – prosegue il capo dello Stato – significa rendere omaggio all’abnegazione di chi ha pagato con il sacrificio della vita la difesa dei diritti e delle libertà sanciti dalla nostra Costituzione. E’ responsabilità comune per dar vita a società libere basate sul ripudio di ogni sopraffazione ed è fondamentale la sensibilizzazione nei confronti delle giovani generazioni, come avvenuto attraverso il Progetto educativo antimafia. Nel quarantunesimo anniversario della loro uccisione per mano mafiosa, la Repubblica si unisce al ricordo di Pio La Torre e di Rosario Di Salvo e ne indica la lezione civile”.
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani dedicherà, anche quest’anno, a Pio La Torre e Rosario Di Salvo le copertine dei suoi canali social pubblicandone l’immagine.
“Noi proponiamo di concentrare l’attenzione sull’illecito arricchimento. Perché la mafia ha come fine, appunto, l’illecito arricchimento. Allora è lì che dobbiamo mettere i riflettori.” (Pio La Torre)
prof. Romano Pesavento
Presidente CNDDU