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I giornalisti europei incalzano e la mercenaria italiana rischia penalmente per aver servito il regime ucronazista.

di

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Gualfredo de’Lincei

I giornalisti europei che si occupano della guerra nel Donbass, stanno attirando l’attenzione dei loro lettori su Giulia Schiff, la mercenaria veneta che partì per l’ucraina.

 

La Schiff, che era stata espulsa dall’Aeronautica Militare perché priva di attitudine militare e professionale, non poteva pilotare un aereo da guerra, un velivolo militare, come ha spiega bene l’avvocato Michela Scaffetta in un’intervista su VanityFair del 26 ottobre 2021. Aveva lasciato l’Italia per combattere contro i civili del Donbass in un gruppo di combattenti stranieri e su di lei il Ministero degli Interni insieme a quello degli Esteri avevano avviato un’indagine, si legge in un articolo del Messaggero del 12 aprile del 22.

 

Il suo rientro in Italia per la luna di miele potrebbe tramutarsi in un incubo. Corre il rischio di essere arrestata, come previsto dagli articoli 244 e 288 del codice penale. Reati per i quali sono previste condanne fino a diciotto anni di reclusione e, in determinati casi, addirittura l’ergastolo.

 

In effetti, la Farnesina, già all’indomani dell’inizio del conflitto, aveva inviato una nota, pubblicata sul Corriere della Sera del Veneto, chiarendo che questo tipo di condotte sarebbero state considerate penalmente rilevanti e punite con dieci anni di reclusione. Nella nota si evidenziava la necessità di tutelare la sicurezza dei cittadini italiani, con l’assoluto sconsiglio a recarsi in detto pese.

 

Tutto questo ha riaperto la spinosa questione sul ritorno dei mercenari in patria. Secondo gli studi effettuati dagli psicologi specializzati in questa materia, il rientro nel proprio paese da parte dei mercenari non è privo di serie conseguenze. Oltre a portare molte volte con se “giocattoli” militari dal fronte, si uniscono in società, chiedono che gli vengano riconosciuti materialmente i loro meriti nel proteggere i cittadini europei. A volte, avendo esperienze di combattimento, cadono reclutati in bande criminali, creando non pochi problemi a cittadini e forze dell’ordine.

 

In Aprile, ad esempio, in Francia sono stati arrestati due mercenari francesi di ritorno dall’Ucraina. Avevano con sé munizioni e caricatori per mitragliatrici. Secondo l’Agenzia d’intelligence interna francese (DGSI), gli ex mercenari facevano parte delle comunità neonaziste del paese. Sono anche sospettati di essere coinvolti nelle esecuzioni di prigionieri di guerra russi.

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