La demolizione del costone roccioso
lungo la costa del Parco Nazionale del Cilento, patrimonio Unesco.
Da circa sei mesi, il Mingardo, a metà strada tra le località di Marina di Camerota e Palinuro, vive una inusuale procedura di continua “somma urgenza”, evocata scorciatoia per migliorare la fruibilità turistica, in realtà foriera di un danno irreversibile per la stabilità di un corpo roccioso che integra il valore paesaggistico di riconosciuto interesse internazionale della costa del Cilento. La falesia compromessa dall’azione del Comune di Camerota è formata da coltri franose al piede che proteggono il costone, compostesi in millenni. Esse, sotto il profilo geologico-strutturale e quello paesaggistico-ambientale, fanno parte e caratterizzano il complesso della montagna.
Il Comune di Camerota, rilevata a dicembre 2022 la presenza di massi pericolanti, avviava una procedura di “somma urgenza” informando la Prefettura, ma non appare l’Ente Parco Nazionale del Cilento, né la Soprintendenza, e avviava a marzo 2023 l’asportazione, facendo uso di esplosivi, di centinaia di metri cubi di roccia appartenente a un’antica frana che, sotto l’aspetto geologico e morfologico, costituiva in effetti la difesa e l’equilibrio di tutta la soprastante falesia.
Apprendiamo ora che con Ordinanza n. 20 del 18.05.2023 il Sindaco di Camerota intende riprendere i lavori di brillamento di esplosivi, ma sembrerebbe senza aver conseguito ancora le dovute autorizzazioni preventive da parte degli enti di tutela a un progetto peraltro nemmeno noto e, soprattutto, senza aver nemmeno preventivamente concordato con la Soprintendenza e l’Ente Parco le modalità di un difficile ripristino. Si intende dunque procedere ancora a invocare somme urgenze e proseguire l’opera di devastazione avviata oramai da mesi, che ha già gravemente sfigurato un pezzo di costa dal valore straordinario.
Non si può rimanere indifferenti davanti a tale scempio.
ITALIA NOSTRA
Allegato anche esposto inviato a marzo 2023 firmato dal Presidente regionale di Italia Nostra e della Sezione Cilento Lucano, nonché foto 1 e 2: i luoghi prima della distruzione (fonte Google Earth).