In distribuzione da domani 31 maggio “Ragazzi che sparano. Viaggio nella devianza grave minorile” di Giacomo Di Gennaro e Maria Luisa Iavarone.
Testi di Marco Valentini (Introduzione), Ferdinando Ivano Ambra, Luigi Aruta, Francesco Girardi, Alessandra Passaretti, Andrea Procaccini, Chiara Scuotto.
L’area metropolitana di Napoli è la prima in Europa per un problema di forte allarme sociale: l’uso di armi da sparo da parte di minorenni, questione non ancora adeguatamente esplorata né studiata.
Il volume è un itinerario di ricerca multidisciplinare che indaga il magmatico fenomeno della devianza grave minorile attraverso dati, storie di ragazzi reclusi e voci di testimoni privilegiati, a partire dall’analisi dei processi di espulsione generati da povertà educative, working poor, Neet e, naturalmente, presenza radicata di organizzazioni criminali e mercati illegali che attraggono e seducono giovani nei vortici del crimine.
Il lavoro restituisce, inoltre, anche spunti utili all’adozione di strumenti formativi e di policy per intervenire nell’area della rieducazione carceraria e post-carceraria, al fine di costruire interventi più razionali, competenti e di follow-up.
D’altra parte, il Ministero della Giustizia ha recentemente emanato un bando per reclutare professionisti da destinare al Dipartimento per la giustizia minorile, riconoscendo l’esigenza di aggiornare competenze per interventi in contesti ad alta complessità. Il volume, nel suo insieme, si rivolge utilmente a studiosi ed operatori nel campo della devianza e del crimine e a quanti hanno a cuore il destino di ragazzi troppo spesso attori inconsapevoli di vicende gravissime.
“Ciò di cui ci occupiamo in questo libro – spiega Valentini in Introduzione – non sono le diverse manifestazioni di devianza occasionale, di violenze occasionali o di reati limitati agiti da adolescenti, minori o giovani (Moffitt,1993). Bensì, parliamo delle forme di devianza grave (serious crime) che rende conto di comportamenti reiterati di delinquenza, di carriere criminali già presenti nel proscenio della biografia soggettiva del minore, di reati consumati che delineano un fatto grave come aver usato un’arma da sparo. Su questi elementi sistemici, dunque, si concentra la ricerca. […] Gli interrogativi che hanno accompagnato la ricerca, pertanto, sintetizzano un’ampia riflessione che investe non poche istituzioni locali, ma anche
centrali: perché il mercato delle armi è così facilmente accessibile da parte dei minori? Come si sovrappone tale mercato con i clan di camorra? Dove si trovano i covi o gli interramenti, ove si nascondono le armi? Chi rifornisce i clan? Abbiamo collaboratori e/o pentiti che hanno fornito informazioni più precise?”
Il volume inaugura la Collana “Campi e Controcampi. Studi, ricerche e strumenti per le scienze criminologiche, educative e sociali”: in allegato la presentazione.