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Nella decima edizione del Festival della Parola abbiamo voluto affrontare il tema dei diritti: dal diritto alla salute, all’accoglienza, alla legalità, ai diritti ambientali per garantire un futuro ai nostri figli ai diritti fondamentali delle donne iraniane a vivere libere e in un paese democratico.

Crediamo fortemente che proprio un festival culturale abbia il dovere di dare voce a esponenti di pensiero opposto perché il contrario potrebbe essere motivo di accusa di mancanza di democrazia. Per questo abbiamo invitato ospiti molto diversi tra loro, i quali saranno liberi di esprimersi sui temi più disparati, rispondendo a domande che in alcuni casi potrebbero anche essere“scomode”.

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Simone Pillon e Ivan Cattaneo hanno accettato di partecipare a questo incontro pur sapendo di appartenere a schieramenti diversi e saranno pronti a rispondere alle domande di chiunque abbia voglia di approfondire il tema delle famiglie arcobaleno o dei diritti LGBT.

 

È il festival a scegliere gli ospiti, comunque. E questo è un festival che in un decennio non ha mai avuto alcuna colorazione politica ma sempre e solo la volontà di dare la parola a tutti. Per questo, non ci lasceremo certo strumentalizzare dalla comunità LGBT o da Possibile che vogliono spostare i riflettori su di sé e le proprie (giuste) battaglie. Li aspettiamo al Festival, semmai. Pronti a raccogliere le loro testimonianze. Magari con in sottofondo Polisex, la canzone che Ivan Cattaneo pubblicò già nel 1980.

«Vorrei specificare che non si tratta né di un comizio né di un monologo, ma di un confronto», dichiara Massimo Poggini, il direttore artistico che presenterà l’incontro. «Tra l’altro sarà un confronto con un artista come Ivan Cattaneo che da oltre 50 anni subisce sulla propria pelle discriminazioni d’ogni genere. Io, pur essendo distante anni luce dalle idee dell’avvocato Pillon, rivendico il fatto che ognuno abbia il diritto di esprimere in modo democratico e con un contraddittorio le proprie idee, in modo che ognuno possa maturare la sua visione».

In sintesi, la pensiamo come il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che due giorni fa, alla scuola di Barbiana, ha fatto notare sommessamente che non bisogna «Mai sottrarsi al confronto e pretendere di mettere a tacere qualcuno, tanto meno un libro o la sua presentazione».

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