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Ascoltando il sole da Oriente.

Musiche per il solstizio d’estate

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Università degli Studi di Milano, 23 giugno, a partire dalle 17

 

Un’incursione nei suoni e strumenti diffusi sulla Via della Seta con un gran concerto finale in cui le cetre e altri strumenti della tradizione cinese si incontrano con il santur persiano e le zampogne del Sud Italia nell’iniziativa Ascoltando il sole da Oriente. Musiche per il solstizio d’estate in programma il 23 giugno, all’Università degli Studi di Milano, in via Festa del Perdono 7.

L’iniziativa, promossa dal Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali dell’ateneo milanese d’intesa e con il sostegno dell’Istituto Confucio (Dipartimento di Lingue, Letterature, Culture e Mediazioni), si pone a conclusione del ciclo di incontri “Gli strumenti musicali sulla Via della Seta”. L’evento è diviso in due momenti, strettamente correlati tra loro. A partire dalle 17 i musicisti coinvolti negli incontri parteciperanno ad un’installazione en plein air in cui si avrà modo di conoscere e approfondire i loro strumenti, collocati in otto diverse postazioni dei Chiostri della Legnaia e della Ghiacciaia: le cetre cinesi guqin (古琴) e guzheng (古筝), erhu (二胡)e i liuti pipa (琵琶) e tianqin (天琴),  il santur persiano, gli aerofoni cinesi hulusi (葫蘆絲) e dizi (笛子), oltre a una grande varietà di zampogne del Sud Italia.

Alle 21, presso la Chiesa di Santa Maria Annunziata si terrà il concerto finale in cui, ponendosi in dialogo tra loro, tutti i musicisti esalteranno le convergenze e affinità tra le diverse tradizioni musicali prese in esame ma anche la specificità di ognuna di esse, le proprie peculiarità e i tratti di assoluta originalità. Molto ricco ed articolato il parterre degli interpreti ed esecutori, tra cui spicca l’Ensemble Dong Xun 东巡 (Passaggio ad Oriente), composto da musicisti cinesi che studiano e vivono in Italia. Ad essi si aggiungono i musicisti Mohammad Sadegh Esfandiyar, Vincenzo di Sanzo e Nicola Scaldaferri, e il gruppo vocale ITER Research Ensemble diretto da Giovanni Cestino.

Il programma prevede soprattutto l’esecuzione di musiche della tradizione cinese, unite a brani musicali della tradizione persiana e, più in generale, di area mediterranea. Uno spazio particolare sarà assegnato alle musiche di Joseph-Marie Amiot, il gesuita che nel XVII secolo ha rappresentato un importante punto di collegamento e incontro tra la Cina e l’Europa. Missionario francese, Amiot (1718-1793) è autore del testo De la musique moderne de Chinois, in cui l’introduzione e la guida a una millenaria cultura musicale avviene in costante comparazione e confronto con la tradizione occidentale. Del suo repertorio si eseguiranno in particolare brani tratti dalla raccolta Musique sacrée, in una trascrizione di Nicola Scaldaferri che fonde voci e strumenti cinesi con un ensemble vocale.

Momento di significativo rilievo del concerto, aperto al confronto con altre tradizioni, è anche quello riservato alle zampogne italiane di cui si avrà modo di apprezzare anche la sorprendente varietà, dalla surdulina, la più piccola degli aerofoni a sacco italiani, alla gigantesca zampogna a chiave di 8 palmi, che supera i 2 metri di lunghezza.

La partecipazione ad entrambi i momenti è gratuita. La visita all’installazione nei chiostri (ore 17) è libera, mentre per assistere al concerto (ore 21) è obbligatoria la prenotazione, che può essere effettuata online tramite il link http://bit.ly/3otg96A

Il ciclo di incontri e il gran concerto finale, curati da Giovanni Cestino, Shan Du e Nicola Scaldaferri, promossi e organizzati con il sostegno del LEAV–Laboratorio di Etnografia Audiovisuale e di Squilibri editore, segnano anche l’avvio della collaborazione tra l’Istituto Confucio di Milano e il Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali dell’Università di Milano per la promozione di programmi di interesse comune.

 

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