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Berlusconi raccontato nelle mie lettere sui giornali

Berlusconi se n’è andato, dritto in paradiso per alcuni, in purgatorio per altri, per nessuno all’inferno, almeno credo. Ovunque sia, immagino che non sarà pieno d’impegni com’era in vita, e quindi avrà tempo di riflettere su alcuni episodi della sua vita raccontati nelle mie vecchie, innumerevoli lettere sui giornali.  In questi giorni ne ho pubblicate cinque, ed eccone altre due apparse su Affaritaliani rispettivamente il 31 gennaio 2011 e il 14 ottobre dello stesso anno. Entrambe recano in calce la firma di due mie collaboratrici immaginarie. Il perché ve lo spiegherò un’altra volta.

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Ruby, come il lardo per la gatta
Vorrei spezzare una lancia a favore del Cavaliere. A mio parere, dal punto di vista morale (non legale!),  quella del premier, che Veronica Lario ha definito malattia, e la figlia Barbara, debolezza, non può essere considerata una colpa, giacché prescinde dalla volontà, o meglio, è più forte della volontà. Il Cavaliere, in qualche modo, è costretto ad avere contatti non solo fisici, con giovani donne. La prova? Ce ne sono due. La prima è che se dipendesse dalla sua volontà, non si sarebbe mai messo nelle condizioni di dare un dispiacere alla famiglia, che ama profondamente, e disgusto agli italiani che pure ama profondamente.  La seconda è che, pur essendo consapevole d’essere sotto l’occhio vigile dei magistrati, ha continuato a dare sfogo ai suoi desideri per les jeunes filles en fleur. E volete che il Cavaliere non conosca il proverbio “Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino”? Grave colpa è invece la sua ostinazione a non dimettersi. Le dimissioni, infatti, dipendono dalla sua volontà.

Silvio è come la mamma
Ma si può? Si può leggere o anche solo sfogliare un libro sulla cui quarta di copertina è scritto: ” La relazione che Berlusconi ha costantemente attuato con il suo elettorato è infatti una relazione materna di accudimento. È la stessa relazione che una madre benevola instaura nei confronti del proprio figlio piccolo, molto piccolo, che si lamenta. È una relazione di ascolto e di presa in carico”. Si può? Se fosse vera una corbelleria del genere, alla luce degli ultimi accadimenti bisognerebbe necessariamente pensare che il Cavaliere ha sofferto di una grave depressione post-partum.
Il libro, che non ho letto e neppure sfogliato, s’intola: “Madre Silvio” e l’autore è Alessandro Amadori.

Renato Pierri

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