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Opere della Pinacoteca “Bindi” di Giulianova sotto esame. Al via un progetto sperimentale di indagine diagnostica in collaborazione con l’Università di Teramo e il Centro di Ricerca MetArte.

 

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Il Polo Museale Civico di Giulianova e l’Università degli studi di Teramo rendono noto l’avvio della ricerca sperimentale relativa alla diagnostica non invasiva di 36 dipinti appartenenti alla collezione comunale “Vincenzo Bindi”, esposti e conservati nella Pinacoteca Civica di Giulianova. Le opere selezionate, dal Seicento all’Ottocento della “Scuola di Posillipo”, nei giorni scorsi sono state oggetto del progetto pilota di “Imaging Multispettrale” per la diagnostica artistica, integrata e non invasiva, elaborato da Cecilia Paolini, ricercatrice del Dipartimento di Scienze della Comunicazione dell’Università di Teramo. La campagna diagnostica sperimentale si avvale della consulenza scientifica di Raffaella Morselli, ordinario di Storia dell’Arte presso l’Università degli Studi di Teramo, e fa capo al Centro di Ricerca Interuniversitario “MetArte”, composto dal Dipartimento di Scienze della Comunicazione dell’Università di Teramo, dal Dipartimento di Ingegneria Civile e Ingegneria Informatica dell’Università di Roma “Tor Vergata” e dal Dipartimento di Lettere, Arti e Scienze Sociali dell’Università “G. D’Annunzio” di Chieti. Il progetto di ricerca, multidisciplinare e dall’ampio respiro internazionale in quanto già sperimentato in accordo con altri musei e istituzioni italiani ed europei, ha trovato l’immediato supporto di Sirio Maria Pomante, direttore dei Musei Civici di Giulianova. Le indagini diagnostiche, autorizzate dalla Soprintendenza, condotte con il supporto tecnico di Marcello Mazzotta, architetto responsabile della strumentazione scientifica, sono state effettuate in loco e senza alcuna movimentazione delle opere scelte, dunque, senza alcun rischio di danneggiamento. L’obiettivo al quale mirano i ricercatori coinvolti è l’analisi dei materiali costituenti la tavolozza cromatica utilizzata nell’Italia Meridionale, soprattutto nel corso del XIX secolo, al fine di approfondire la conoscenza dei manufatti artistici, sia dal punto di vista di realizzazione tecnica sia riguardo gli interventi di restauro occorsi nel tempo.  I risultati della campagna sperimentale di ricerca saranno messi a disposizione della comunità scientifica, dei Musei Civici e della cittadinanza attraverso strumenti di divulgazione digitale e una pubblicazione accademica.

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