RIEMPIAMO LE NOSTRE PAGINE DI PASTASCIUTTE ANTIFASCISTE!
E l’anno prossimo grande evento di persona!
Segnate la data: 25 luglio 2024!
UN PO’ DI STORIA
una tradizione dal 1945 (leggere la storia qui sotto oppure su https://it.wikipedia.org/wiki/La_Pastasciutta_antifascista)
25 luglio:
La pastasciutta antifascista è una tradizione popolare nata in Italia durante la seconda guerra mondiale. La nascita risale al 25 luglio 1943, quando venne destituito e arrestato Benito Mussolini. Il giorno dopo, il 26 luglio, nacque il governo di Pietro Badoglio. La notizia venne accolta con gioia e entusiasmo dalla popolazione, speranzosa nella fine della dittatura e del conflitto, che tuttavia sarebbe proseguito con la Repubblica Sociale Italiana, l’occupazione tedesca e anni di violenza e guerra e la lotta di Liberazione. È proprio il 28 luglio, l’Eccidio delle Reggiane, a Reggio Emilia, durante il quale soldati spararono contro gli operai delle Officine Meccaniche Reggiane, uccidendo 9 persone.
La famiglia Cervi
I Cervi, al ritorno dal lavoro nelle campagne, appresa la destituzione di Mussolini, decisero di festeggiare e di distribuire pastasciutta gratuita alla popolazione. Dopo 21 anni, la dittatura fascista pareva essere alla sua fine e tornava la speranza di una ritrovata libertà.
«Ma è sempre Aldo che ci dice di far esplodere la contentezza, intanto si vedrà. E propone: papà, offriamo una pastasciutta a tutto il paese. Bene dico io, almeno la mangia. E subito all’organizzazione. Prendiamo il formaggio dalla latteria, in conto del burro che Alcide Cervi si impegna a consegnare gratuitamente per un certo tempo quanto basta. La farina l’avevamo in casa, altri contadini l’hanno pure data, e sembrava che dicesse mangiami, ora che il fascismo e la tristizia erano andati a ramengo. Facciamo vari quintali di pastasciutta, insieme alle altre famiglie. Le donne si mobilitano nelle case, intorno alle caldaie, c’è un grande assaggiare la cottura, e il bollore suonava come una sinfonia. Ho sentito tanti discorsi sulla fine del fascismo, ma la più bella parlata è stata quella della pastasciutta in bollore.»
(Alcide Cervi)
Procuratasi farina, burro e formaggio, caricarono un carro e arrivati alla piazza di Campegine, venne cucinata e distribuita alla popolazione. La pastasciutta fu preparata in grandi quantità e distribuita a tutti, senza distinzione. Fu un gesto simbolico per festeggiare la fine della dittatura e l’inizio della liberazione. La pastasciutta divenne così un simbolo di Resistenza.
La tradizione di distribuire pastasciutta in occasione della Festa della Liberazione è rimasta ed è ancora viva oggi. La pastasciutta antifascista è un esempio di come il cibo, e un alimento semplice e popolare come la pasta, possa essere momento di comunione e di umanità e condivisione sociale. La pastasciutta antifascista rimane così ricordo e simbolo di un momento importante della storia italiana, messaggio di speranza e umanità per il progresso e per il futuro.
RICETTA
Portare a ebollizione abbondante acqua salata in una pentola alta. Aggiungere la pasta e cuocere per il tempo di cottura.
Scolare la pasta e passarla in una padella precedentemente riscaldata. Aggiungere un paio di mestoli di acqua di cottura e girare la pasta in modo che si amalgami. Togliere dal fuoco e aggiungere burro e parmigiano, continuando a girare. Eventualmente mantecare ancora con un po’ di acqua di cottura e servire.
rinascita e.V.
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