Advertisement

PAOLO FRESU DEVIL QUARTET

 

Advertisement

venerdì 4 agosto

 

Chiavari in Jazz 2023

 

Paolo Fresu e il suo Devil Quartet saranno i protagonisti del concerto di apertura di Chiavari in Jazz 2023. Il primo dei 5 concerti in programma vedrà sul palcoscenico di Piazza Nostra Signora dell’Orto a Chiavari Paolo Fresu accompagnato da Bebo Ferra alla chitarra, Paolino Dalla Porta al contrabbasso e Stefano Bagnoli alla batteria, già conosciuti tutti e quattro insieme come il gruppo più “elettrico” del jazz italiano degli ultimi anni.

 

Paolo Fresu è unanimemente considerato tra i maggiori artisti della scena jazz contemporanea. Il suo suono, influenzato dalla lezione di Miles e Chet, è allo stesso tempo personale e riconoscibile. Beniamino del pubblico di ogni latitudine e longitudine, con il suono della sua tromba ha dato lustro al jazz italiano ed europeo.

 

Il Devil Quartet è stato pensato da Fresu per sviluppare in modo diverso un’idea di quartetto che si era concretizzata nell’Angel Quartet, formazione molto celebrata a livello europeo. La line up del “Devil” mette insieme autentici specialisti dei loro strumenti, raggiungendo un risultato finale, che, come avviene sempre nel jazz ben suonato, è superiore alla somma dei singoli. La regia sapiente di Fresu governa una musica che lui stesso definisce “melangé”, frutto di incroci di stili e linguaggi diversi, intensa, aperta, innovativa.

 

Un concerto di apertura di alto profilo che lancia un chiaro messaggio di qualità per un programma che manifesta una accurata attenzione anche alle nuove eccellenze che il panorama del jazz internazionale riserva.

 

La rassegna “Chiavari in Jazz”, è organizzata dal Comune di Chiavari, dall’assessorato al turismo e alla promozione della città rappresentato da Gianluca Ratto, dal sindaco Federico Messuti e dall’amministrazione comunale, la direzione artistica è affidata a Rosario Moreno.

 

“Chiavari in Jazz parte con un grande ospite, un musicista che ha fatto del jazz la sua vita. Paulo Fresu arriva a Chiavari, sul palco di piazza dell’Orto per condurre il pubblico in un’avventura musicale di grande livello – afferma l’assessore alla promozione della città, Gianluca Ratto – Il calendario dell’edizione 2023 è davvero ricco, abbiamo lavorato sodo anche quest’anno per creare una kermesse di qualità con importanti nomi del panorama musicale nazionale ed internazionale.”

 

Chiavari in Jazz 2023 proseguirà nei giorni venerdì 11 con il vulcanico quartetto dei Licaones, di Fancesco Bearzatti e Mauro Ottolini, venerdì 18 con il progetto di Helga Plankensteiner dal titolo Jelly Roll Play Morton – The Music of Jelly Roll Morton, venerdì 25 con l’enfant prodige di Istanbul: Hakan Başar in trio, per concludersi venerdì 1 settembre con la cinematica proposta musicale di Cinema Italia di Rosario Giuliani, Luciano Biondini, Enzo Pietropaoli e Michele Rabbia.

 

I concerti, tutti ad ingresso gratuito, avranno inizio alle ore 21:00.

 

BlueArt Promotion

Press Office for Quality Music

Mobile: +39 335 52 57 840

info@blueartpromotion.it

Paolo Fresu: tromba, flicorno, effetti

La banda del paese e i maggiori premi internazionali, la campagna sarda e i dischi, la scoperta del jazz e le mille collaborazioni, l’amore per le piccole cose e Parigi. Esiste davvero poca gente capace di mettere insieme un tale abbecedario di elementi e trasformarlo in un’incredibile e veloce crescita stilistica. PaoloFresu c’è riuscito proprio in un paese come l’Italia dove – per troppo tempo – la cultura jazz era conosciuta quanto Shakespeare o le tele di Matisse, dove Louis Armstrong è stato poco più che fenomeno da baraccone di insane vetrine sanremesi e Miles Davis scoperto “nero” e bravo ben dopo gli anni di massima creatività. La “magia” sta nell’immensa naturalezza di un uomo che, come pochi altri, è riuscito a trasportare il più profondo significato della sua appunto magica terra nella più preziosa e libera delle arti. A questo punto della sua fortunata e lunga carriera, non serve più enumerare incisioni, premi ed esperienze varie che lo hanno imposto a livello internazionale e che fanno sistematicamente ed ecumenicamente amare la sua musica: dentro al suono della sua tromba c’è la linfa che ha dato lustro alla nouvelle vague del jazz europeo, la profondità di un pensiero non solo musicale, la generosità che lo vuole “naturalmente” nel posto giusto al momento giusto ma, soprattutto, l’enorme ed inesauribile passione che lo sorregge da sempre e che lo sta motivando, dopo la boa dei cinquant’anni e l’età della saggezza dietro l’angolo, a pensare anche a ciò che ha intorno, valorizzando ad esempio come nessun altro artista contemporaneo le linfe vitali dei giovani artisti, spesso esemplificate nell’esperienza della sua TǔkMusic, etichetta discografica pensata e creata proprio per dare aiuto a tanti nomi nuovi ed eccellenti del nostro presente. Il presente di Paolo è una ormai classica turbinosa realtà, ovvio e degno segno dell’artista onnivoro e creativo che tutti riconoscono in lui.

Bebo Ferra: chitarra

Nato a Cagliari, intraprende lo studio della chitarra all’età di nove anni indirizzando gran parte della propria ricerca musicale nell’ambito jazzistico, diventando uno dei massimi esponenti della chitarra jazz in Italia e in Europa. Ha collaborato con tanti esponenti di spicco del jazz italiano e internazionale, tra i quali Paolo Fresu, Alex Foster, Andy Sheppard, John Clark, Enrico Rava, Enrico Pieranunzi, Steve Grossmann, Maria Pia de Vito, Billy Cobham, Dedè Ceccarelli, Rita Marcotulli, Franco Ambrosetti, Franco D’Andrea, Mark Nigthingale, George Robert, Emanuel Bex, Carol Welsman, Danilo Rea, Eddie Martinez, Gianluigi Trovesi e altri. Ha inciso un centinaio di dischi, di cui una ventina come leader e co-leader collaborando con molti esponenti di spicco del teatro italiano in progetti multimediali, discografici, quali Arnoldo Foà, Lella Costa, Angela Finocchiaro, Ivano Marescotti, Claudio Bisio. Nel 1997 ha modo di registrare come solista con l’Orchestra della Scala di Milano, musiche di scena scritte e dirette dal maestro Carlo Boccadoro, per il balletto Games. È infine attivo anche nel campo della didattica come ad esempio quale responsabile della cattedra di chitarra jazz al Conservatorio di Como.

 

Paolino Dalla Porta: contrabbasso

Paolino Dalla Porta è considerato uno dei più interessanti ed eclettici contrabbassisti della scena jazz italiana ed europea. Fin dai suoi esordi alla fine degli anni ’70, ha sempre cercato di coniugare vari linguaggi musicali che fondessero la musica improvvisata e creativa, la musica mediterranea ed etnica alla tradizione Jazz. In oltre trent’anni di attività è stato promotore e collaboratore di moltissimi gruppi che grazie alla ricerca di musiche e linguaggi originali hanno contribuito alla creazione di quella che è stata definita come una vera e propria corrente di Jazz italiano ed europeo: Nexus, Stefano Battaglia, Enrico Rava, Maurizio Giammarco, Elena Ledda, Antonello Salis, Gianluca Petrella, Paolo Fresu e Tino Tracanna sono solo alcuni nomi di riferimento. Ha inoltre collaborato ed inciso con moltissimi musicisti internazionali, fra i quali Pat Metheny, Dave Liebman, Lester Bowie, Paul Bley, Kenny Wheeler, Sam Rivers, Mick Goodrick, Adam Nussbaum, Michel Petrucciani, Don Cherry, Aldo Romano, Mal Waldron, Roswell Rudd, George Garzone, Uri Caine, Bill Stewart, John  Abercrombie, Kurt Rosenwinkel, Mark Turner, David Binney, Paul McCandless, Sainkho Namtchylak, Jeff Ballard, Steven Bernstein, Don Byron, John Tchicai, Avishai Cohen, e altri. Oltre a innumerevoli tournée e concerti in tutto il mondo è titolare di una cospicua discografia di oltre centocinquanta titoli, di cui una trentina come autore e coautore ed è inoltre attivo anche nel mondo della composizione di colonne sonore cinematografiche. Insegna contrabbasso jazz al Conservatorio di Milano e di Piacenza e presso i Seminari Estivi di Siena Jazz e Nuoro Jazz. Dal 2015 è entrato a far parte del leggendario gruppo americano degli Oregon diretto da Ralph Towner ed oltre ad una intensa attività di free-lance, collabora stabilmente con Paolo Fresu, Tino Tracanna, Bebo Ferra, Giovanni Falzone, Dino Rubino, Zlatko Kaucic e dirige varie formazioni (dal solo al quintetto), per le quali compone ed arrangia musica originale. Nel 2008 è stato premiato dalla rivista In Sound come miglior contrabbassista italiano e nel 2009 si è classificato al primo posto tra i contrabbassisti italiani nel referendum specializzato della rivista Musica Jazz.

 

Stefano Bagnoli: batteria

La famiglia Bagnoli ha alle spalle una lunga storia jazzistica iniziata a Milano nel 1951, anno nel quale i fratelli Carlo e Gigi fondano una gloriosa e pionieristica dixieland band (Milan College Jazz Society). Stefano inizia la carriera, non ancora quindicenne, nel 1978 sotto la guida di Carlo Sola e successivamente di Franco Campioni. Sin da subito viene apprezzato e “arruolato” al fianco di affermati artisti quali Franco Cerri, Gianni Basso, Sante Palumbo, Paolo Tomelleri, Renato Sellani, Mario Rusca, Bruno De Filippi, Emilio Soana, Sergio Fanni e successivamente Carlo Bagnoli, Franco Ambrosetti, Dino Piana, Giulio Libano, Dado Moroni, Furio Di Castri, Massimo Moriconi, Mauro Negri, Francesco Cafiso e Dino Rubino. Dal 1994 è al fianco di Enzo Jannacci sino alla sua scomparsa, collaborazione che prosegue ininterrotta con la band del figlio Paolo. Dal 2004 è con il Paolo Fresu Devil Quartet. Tra le collaborazioni internazionali vanno ricordate quelle con Clark Terry, Harry Sweet Edison, Buddy De Franco, Johnny Griffin, Cedar Walton, Erik Alexander, Al Grey, Carl Fontana, Slide Hampton, Miroslav Vitous, Randy Brecker, Uri Caine, Tom Harrell, Joe Lovano, Steve Grossman, Lee Konitz, Gil Goldstein e Peter Bernstein. Talent Scout e leader di un proprio trio (We Kids Trio), Bagnoli sostiene da decenni un notevole impegno didattico, sia come docente in Conservatorio che come autore di metodi, dvd e saggi sulla batteria jazz.

Informazione equidistante ed imparziale, che offre voce a tutte le fonti di informazione

Advertisement
Articolo precedenteRoma. “Sognando il grande editore”, la pagina Facebook nata per indagare nel mondo dell’editoria, intervista la giovane scrittrice Arianna Mosconi.
Articolo successivoPaolo Battaglia La Terra Borgese: «Medici Veterinari ridotti a venditori di croccantini»

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui