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Reddito di cittadinanza. Paolo Capone, Leader UGL: “Sì a riforma che metta al centro le politiche attive del lavoro”

“Il reddito di cittadinanza ha avuto un ruolo innegabile per sostenere le persone in stato di fragilità, ma ha fallito nel suo obbiettivo di avviamento al lavoro perché figlio di una concezione assistenzialista che non riconosce la dignità e le potenzialità del lavoratore. Se vogliamo rilanciare l’occupazione e far ripartire il mercato del lavoro occorre cambiare totalmente paradigma. Chi è abile al lavoro deve essere messo in condizione di poter svolgere una professione. Come ha ribadito la ministra del Lavoro Maria Elvira Calderone l’articolo 1 della nostra Costituzione fonda la Repubblica sul lavoro e non sul sussidio. In questa prospettiva, appare cruciale la creazione di una piattaforma digitale gestita dall’Inps volta a rendere interoperabili le banche dati esistenti e la riforma dei centri per l’impiego per la presa a carico del lavoratore e il supporto alla formazione. Servono risorse a sostegno delle politiche attive, incoraggiando la parthership fra pubblico e privato per incrociare la domanda di personale e rispondere alla richiesta di nuove competenze”. Lo ha dichiarato Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, in merito al dibattito sulla riforma del reddito di cittadinanza.

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