Troppo sovente si calpesta la ragione
A proposito delle dichiarazioni poco felici del generale Vannacci, riguardo alle persone omosessuali, ripropongo all’attenzione dei lettori un mio breve articolo che apparve su Affaritaliani ben dieci anni fa. Era il 19 agosto del 2013. Il titolo era: “La fede non può fare a meno della ragione”.
“Avete notato? La notizia del ragazzo omosessuale suicida ha scosso più i cuori di sinistra che i cuori di destra, più i cuori dei non credenti che i cuori dei credenti. Ideologie politiche e religione hanno il potere di rendere indifferenti al dolore degli altri. Entrambe hanno anche il potere di offuscare la ragione. Ma soprattutto la religione ha questo potere. Vi ricordate del povero Welby? Per lo più erano i credenti a volere che continuasse a soffrire, ad essere indifferenti davanti alla suo dolore, per lo più erano non credenti a non essere indifferenti davanti al suo dolore e a volere che smettesse di soffrire. Se chiedete ad un religioso (non tutti per fortuna!) perché agli omosessuali dovrebbe essere negato lo stesso diritto (quello sacrosanto di amarsi) concesso agli eterosessuali, vi risponderà che così è scritto nella Bibbia, e poi si arrampicherà sugli specchi per dimostrare che è giusto. In realtà, andrebbe fatta l’operazione inversa: prima sarebbe necessario dimostrare (senza arrampicamenti vitrei) che è giusto trattare diversamente le persone secondo il genere cui appartengono, e poi magari riferire che è anche scritto nella Bibbia. La fede non può fare a meno della ragione, soprattutto non può calpestarla. Anche perché c’è il rischio d’interpretarle male, le Scritture, come accadde a S.Agostino che, in base ad un’errata interpretazione di un passo del vangelo, giustificò il ricorso alla forza per indurre gli eretici ad entrare nella Chiesa, con le conseguenze a tutti note”.
Ad ogni modo, fede o non fede, troppo sovente viene calpestata la ragione.
Renato Pierri