Iran: Brutale esecuzione di tre prigionieri mercoledì, dodici lunedì e un totale di settanta negli ultimi trenta giorni
Il regime iraniano, sotto la guida di Ali Khamenei, ha giustiziato tre prigionieri il 23 agosto. Le vittime, identificate come Behrouz Rahmani Rad, Keyumars Rezai e Rahmat Ebrahimi, sono state impiccate nella prigione di Qezelhesar.
Martedì 22 agosto, Shouresh Morovatti, un connazionale curdo che era riuscito a fuggire durante una rivolta nella prigione centrale di Saqqez nel marzo 2020, è stato tragicamente impiccato nella prigione centrale di Sanandaj.
Lunedì 21 agosto, oltre ai dieci prigionieri menzionati nella dichiarazione del 21 agosto, un altro prigioniero di nome Amir Rahimi è stato giustiziato a Kerman e un altro prigioniero è stato sottoposto alla forca a Zahedan.
Questo porta il totale dei prigionieri giustiziati dalla magistratura in un solo lunedì a dodici e a all’angosciante numero di settanta prigionieri giustiziati per mano dei boia del regime negli ultimi trenta giorni, ventisei dei quali erano connazionali baluci.
Maryam Rajavi, presidente eletta del Consiglio Nazionale della Resistenza iraniana (NCRI), ha dichiarato che queste brutali esecuzioni, in particolare quelle dei connazionali baluci, hanno lo scopo di instillare un’atmosfera di terrore e orrore. Il regime cerca di impedire alla popolazione di esplodere di rabbia e di impegnarsi in rivolte contro la sua tirannia. Il regime si sta vendicando dei giovani baluci ribelli, cercando invano di reprimere la loro rivolta.
Rajavi ha invitato le Nazioni Unite, l’Unione Europea e gli Stati membri a porre fine al silenzio e all’inazione di fronte al regime con il più alto record di torture ed esecuzioni del XXI secolo. Ha sollecitato un’azione immediata per fermare la macchina di morte di questo regime e ha sottolineato che il popolo iraniano sta pagando il prezzo dell’acquiescenza e della negoziazione con lo spargimento di sangue orchestrato dai chierici al potere.
Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana
