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NUOVA SPEDIZIONE DI GREENPEACE E DEL COMITATO GLACIOLOGICO ITALIANO SUL GHIACCIAIO DEL MIAGE: «DAL 2008 PERSI OLTRE 100 MILIARDI DI LITRI D’ACQUA, A RISCHIO ANCHE L’AGRICOLTURA»

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COURMAYEUR, 04.09.23 – Si è appena conclusa la seconda parte della spedizione di Greenpeace Italia e del Comitato Glaciologico Italiano (CGI) su due dei più estesi ghiacciai italiani, per monitorare lo stato di conservazione di questi giganti di ghiaccio, minacciati dall’aumento delle temperature globali.

 

La seconda tappa si è svolta dal 31 agosto al 2 settembre sul ghiacciaio del Miage, che si trova nel versante italiano del massiccio del Monte Bianco, in Valle d’Aosta, al termine di un’estate segnata da ondate di calore eccezionali e temperature record, al punto che luglio che è stato il mese più caldo mai registrato a livello globale. Il Miage è il più grande “ghiacciaio nero” (ovvero ricoperto da detriti) delle Alpi, e uno dei tre ghiacciai italiani con una superficie superiore a 10 km quadrati. La spedizione aveva l’obiettivo di misurare la fusione annuale del ghiacciaio.

Expedition of Greenpeace Italy together with the Italian Glaciological Committee (CGI) to monitor the state of conservation of one of the largest Italian glaciers, threatened by the increase in global temperatures.

«Le misure effettuate fino ad oggi ci dicono che negli ultimi 14 anni il ghiacciaio del Miage ha perso complessivamente oltre 23 metri di spessore a causa della crisi climatica. Purtroppo, temiamo che il monitoraggio di quest’ultima spedizione ci restituirà una fotografia ancora peggiore. Se la situazione non cambierà, qui come nel resto dei ghiacciai alpini, perderemo grandi masse di ghiaccio e preziose risorse idriche. Ciò significa che avremo a disposizione sempre meno acqua dolce durante le estati secche e calde dei prossimi anni», racconta Walter Alberto, operatore glaciologico per il ghiacciaio del Miage e membro del CGI.

 

Dal 2008 al 2022 il ghiacciaio del Miage ha perso 100 miliardi di litri d’acqua. Per avere un’idea, si tratta di un quantitativo di poco inferiore all’acqua potabile erogata ogni anno all’intera città di Milano. Rispetto alla perdita di superficie, il ritiro dei ghiacciai sul massiccio del Monte Bianco è visibile a colpo d’occhio: basti pensare, ad esempio, che nei primi anni Duemila le fronti dei ghiacciai si trovavano circa 500 metri più a valle.

Expedition of Greenpeace Italy together with the Italian Glaciological Committee (CGI) to monitor the state of conservation of one of the largest Italian glaciers, threatened by the increase in global temperatures.

«I ghiacciai italiani che si fondono sempre più rapidamente sono l’ennesimo sintomo di un’emergenza climatica senza precedenti, accelerata dalla nostra dipendenza dai combustibili fossili. Dobbiamo smettere al più presto di estrarre e bruciare petrolio, gas e carbone e promuovere le fonti rinnovabili, se non vogliamo assistere a stravolgimenti senza precedenti», dichiara Elisa Murgese, Investigations Officer di Greenpeace Italia, presente alla spedizione. «Per limitare inoltre la perdita delle nostre riserve d’acqua è urgente ridurre le emissioni di gas serra e proteggere gli ecosistemi chiave per il ciclo dell’acqua come i ghiacciai riducendo gli sprechi di risorse idriche, a partire dai settori a più alto consumo, come l’agricoltura intensiva praticata nel distretto del Po, legata in particolare alle coltivazioni mangimistiche».

 

Luigi Perotti, segretario generale del CGI, aggiunge: «La riduzione della disponibilità idrica dei serbatoi glaciali obbligherà il sistema agricolo a cambiare le abitudini, i tempi e le quantità di acqua usata nell’irrigazione, in particolare per i sistemi agricoli della Pianura Padana, come le risaie e le coltivazioni di mais. Inoltre, una seconda conseguenza della fusione dei ghiacciai è legata alla sicurezza: infatti, l’acqua di fusione dei ghiacciai può raccogliersi in laghi, che a loro volta possono tracimare in maniera improvvisa e pericolosa nella zona sottostante. In generale, le aree lasciate libere dai ghiacci possono diventare a rischio e, come dimostrano anche alcuni tragici eventi di cronaca, rendere la montagna un territorio non più per tutti».

 

La prima tappa della spedizione di Greenpeace Italia e del CGI si è svolta dal 21 al 24 agosto al ghiacciaio dei Forni, in Alta Valtellina, nel Parco Nazionale dello Stelvio, durante l’eccezionale ondata di calore che in quegli stessi giorni aveva sconvolto le alte quote di tutta Italia.

 

CONTATTI:

Ufficio stampa Greenpeace Italia: +39 342 5532207; +39 340 2747980; +39 340 5718019; +39 348 7630682

Elisa Murgese, Investigations Officer Greenpeace Italia: +39 342 5516546

 

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