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Michele Giovagnoli e la “bellezza della vita”
“Non vedo l’ora di tornare tra voi a parlarvi di alchimia e della bellezza della vita”. Così, in un messaggio su Telegram, Michele Giovagnoli, noto influencer, alchimista e scrittore. Ho stima e simpatia verso il bravo Michele, però quando sento parlare della bellezza della vita, oppure sento il primo che capita in tv che se n’esce dicendo che la vita è bella, oppure un prete che definisce la vita un dono, non posso fare a meno di provare un certo fastidio. La vita è la vita. C’è poi la vita bella, meravigliosa, di questo o di quello, la vita alle volte bella, alle volte brutta di questo o di quell’altro, e c’è la vita orrenda, pessima di moltissima parte del genere umano. La vita, perlomeno quella terrena giacché nulla sappiamo della vita ultraterrena, sempre che esista, può essere un dono per qualcuno e una disgrazia per qualcun altro. Per un bambino che nasce soffrendo e muore soffrendo magari in tenera età, come si può parlare di bellezza della vita, come si può affermare che la vita sia un dono? La vita è la vita. Ma forse Giovagnoli ha dimenticato l’aggettivo possessivo. Vorrà parlare della bellezza della sua vita.
Renato Pierri

“Non vedo l’ora di tornare tra voi a parlarvi di alchimia e della bellezza della vita”. Così, in un messaggio su Telegram, Michele Giovagnoli, noto influencer, alchimista e scrittore. Ho stima e simpatia verso il bravo Michele, però quando sento parlare della bellezza della vita, oppure sento il primo che capita in tv che se n’esce dicendo che la vita è bella, oppure un prete che definisce la vita un dono, non posso fare a meno di provare un certo fastidio. La vita è la vita. C’è poi la vita bella, meravigliosa, di questo o di quello, la vita alle volte bella, alle volte brutta di questo o di quell’altro, e c’è la vita orrenda, pessima di moltissima parte del genere umano. La vita, perlomeno quella terrena giacché nulla sappiamo della vita ultraterrena, sempre che esista, può essere un dono per qualcuno e una disgrazia per qualcun altro. Per un bambino che nasce soffrendo e muore soffrendo magari in tenera età, come si può parlare di bellezza della vita, come si può affermare che la vita sia un dono? La vita è la vita. Ma forse Giovagnoli ha dimenticato l’aggettivo possessivo. Vorrà parlare della bellezza della sua vita.
Renato Pierri

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