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Tra letteratura, rivoluzione e vita nel segno di Giovanni Maria Angioy,  Alessandro Manzoni e Grazia Deledda

Pierfranco Bruni

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Rivoluzione e letteratura sono “emisferi” dentro la storia del pensiero e tocca la fase illuministica e romantica sino al decadentismo. Una letteratura dentro la filosofia. Tre rappresentati al centro della discussione.
Giovanni Maria Angioy (1751-1808) l’esule sardo in Francia è un personaggio che potrebbe essere considerato un legame di un pensiero convergente e divergente tra Alessandro Manzoni, soprattutto della “Colonna infame” e Grazia Deledda dagli scenari geo-storici.
Manzoni riesce a ricostruire la sua formazione rivoluzionaria e illuminista in un Risorgimento che nel suo incipit ha il tremore dell’impeto e delle azioni che nasce all’interno di una Milano settecentesca. In una temperie illuminista opera Giovanni Maria Angioy. Ma le divergenze con Manzoni sono di ordine politico e storico.

Le divergenze con la Deledda, sarda anch’essa, sono sul piano formativo e culturale. Infatti la sua formazione regionalista ha nella cultura popolare un registro storico soprattutto nei racconti. Aspetto, se pur in un contesto epocale diverso, che in Manzoni non si evincerebbe.
Dopo la conversazione egli entra in una dimensione cattolica e si rafforza la sua posizione dentro la politica unitarista. Nel 1861 è senatore del Regno. I suoi ideali illuministi di trasformazione in valori risorgimentali e romantici.
Con la Deledda siamo ad una formazione realista verista che si sviluppa in una prima fase metà decadente. La storia e la politica restano ideali anti potere costituito in Giovanni Maria Angioy.
Al contrario di Manzoni che rispecchia la sua epoca tranne nella stagione di Porta Pia. È qui il divario tra i due anche se con le dovute separazioni epocali. Deledda pur mantenendo il coinvolgimento di una eredità sarda opera in anni completamente diverse pur vivendo una “certa” anarchia in alcune sue posizioni ma poi arriverà il Fascismo e la Deledda non si distanza.

Manzoni comunque resta il traghettatore di ideali, valori e collegamenti storici nati in una visione politica. Manzoni è il nobile pur raccontando nel primo romanzo dei personaggi una storia completamente popolare.
Un triangolo in una cultura divergente che permette di capire il senso della letteratura nelle storie tra ideali e valori, tra formazione ed epoche comunque diverse in processi politici che hanno però alla base il concetto di Ragione.
In Angioy la rivoluzione contro il sistema monarchico, in Manzoni il Risorgimento, in Deledda il verismo dentro il decadentismo. Tre forme per una dialettica in cui il processo sulle idee diventa fondamentale. Sono al centro il bisogno autonomista della Sardegna e la Lombardia come riferimento europeista di una struttura fortemente politica. Il tutto, discutibile o meno, darà vita alla filosofia della necessità tra ideologia ed esistenza.

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