In libreria da lunedì 23 ottobre
“LA MOGLIE” di Anne-Sophie Subilia
PREMIO SVIZZERO DI LETTERATURA 2023
Romanzo / Gabriele Capelli Editore
Gaza, 1974. Il percorso esistenziale di una donna in cerca
di emancipazione s’intreccia con la violenza del conflitto
in un racconto dall’incredibile potenza poetica.
Milano, mercoledì 20 settembre 2023 – Arriva finalmente in Italia uno dei Premi svizzeri di letteratura 2023, tra le migliori opere di narrativa dell’anno, acclamata anche in Francia: è La moglie di Anne-Sophie Subilia, pluripremiata romanziera e poeta svizzera-belga. Pubblicata da Gabriele Capelli Editore con traduzione dal francese di Carlotta Bernardoni-Jaquinta, è in libreria da lunedì 23 ottobre.
Il romanzo è ambientato a Gaza nel 1974. Protagonista è Piper, moglie di un delegato della Croce Rossa internazionale, che vive una quotidianità solitaria nella casa ai confini della città: il marito è impegnato fino a sera, a volte si assenta per giorni di missione come osservatore nelle prigioni israeliane.
Lei si occupa dell’appartamento, pulisce continuamente la sabbia che s’insinua dappertutto, esce a fare spese in un mondo sconosciuto di cui non conosce la lingua. Si aggrappa alle poche relazioni possibili: conosce Hadj, vecchio giardiniere palestinese incaricato di far fiorire il giardino (fatto letteralmente di sabbia); la psichiatra Mona, che ha studiato all’estero e appare alla “moglie” ben più emancipata di lei, e Naima, figlia di pescatori che vive in una baracca sulla spiaggia, con cui può scambiare poco più che sorrisi.
Piper fa il possibile per crearsi relazioni e impegni ma si sente sempre e soltanto la moglie del delegato: soffre per la mancanza di un ruolo suo, vive con dolore il fatto di essere una privilegiata, è frustrata dall’impossibilità di ribellarsi alla violenza israeliana a cui assiste, che spezza la liricità del racconto concretizzandosi in posti di blocco improvvisi, demolizioni di abitazioni povere e arresti arbitrari.
“La moglie” rischierà di scivolare nella malinconia, allontanandosi dal marito. Saprà salvare se stessa e la sua relazione, evitando di diventare a sua volta vittima dell’ingiustizia che regna in quella terra martoriata? Sarà difficile quanto far fiorire un giardino di sabbia.
La moglie è una intensa riflessione sull’emancipazione femminile, tanto più coraggiosa perché collocata nel contesto del durissimo conflitto israelo-palestinese degli anni ‘70.
La scrittura di Subilia ha una potenza poetica straordinaria: asciutta, osservativa, sviluppa l’azione in sequenze brevi, fotografiche, che si alternano a penetrazioni profonde nelle emozioni della protagonista. Piper non viene mai chiamata col suo nome, è sempre “la donna” o “la moglie”.
Spiega Anne-Sophie Subilia: «Scrivere “la moglie” invece di “Piper” mi ha permesso di creare una figura più impersonale in cui molte donne potrebbero riconoscersi. Ho voluto evidenziare la lentezza del percorso di emancipazione femminile, oltre al senso di solitudine in terra straniera. La scelta di ambientare la storia a Gaza la rende immediatamente politica, la prospettiva che più mi interessa è quella della quotidianità delle vite, le relazioni, la ricerca di senso».
Presentazione anteprima sabato 21 ottobre, Lugano, Casa della letteratura per la Svizzera italiana, ore 16,30. Presenti autrice e traduttrice, modera Yari Bernasconi. Letture di Jasmin Mattei. Presentazione organizzata da Gabriele Capelli Editore col sostegno dell’Ufficio Federale della Cultura – Premi Svizzeri di Letteratura, Pro Helvetia e Collana ch. Evento gratuito. Posti limitati, consigliata la prenotazione al link www.casadellaletteratura.ch/21–10—anne-sophie-subilia.html
ESTRATTO
Vorrebbe passare del tempo con Mona, la psichiatra palestinese che ha incontrato durante un aperitivo organizzato dall’UNRWA, l’agenzia dell’ONU per i profughi palestinesi. Le due donne si erano adocchiate in mezzo alla folla degli invitati e si erano presentate senza ricorrere a un intermediario. Mona Najjar. Parlava con tutti, rideva di gusto, con la testa buttata all’indietro, lasciando intravedere per un attimo la sua ugola vibrante. Sotto il velo di seta rosa, un leggero strato di gommina teneva a bada i suoi capelli ricci tagliati corti. Scelte di vita fuori dal comune, niente matrimonio, niente figli, la volontà di istruirsi e di lavorare, una formazione all’Università di Aleppo, il ritorno a Gaza per fondare un’associazione dedicata alle prigioniere e ai prigionieri rilasciati e alle loro famiglie. Poi, e senza rinunciare all’associazione, l’incarico come medico psichiatra nell’ospedale più grande di Gaza. Mona raccontava il suo percorso con sobrietà, fermezza, con le mani forti e squadrate che scortavano la moglie del delegato verso il buffet. «Un marito? Per fare cosa?», aveva detto scoppiando a ridere. E poi, più sottovoce: «Mi renderebbe prigioniera a mia volta». Frasi così, piene di baldanza, scandite da un rapido gesto dell’indice per sistemarsi gli occhiali pesanti sul naso e offrire poi i suoi grandi occhi bordati di kajal alla gente. «E lei, Piper?»
L’AUTRICE
Anne-Sophie Subilia (Losanna, 1982) è svizzera-belga. Ha studiato letteratura francese e storia all’Università di Ginevra. Si è laureata all’Istituto letterario svizzero di Bienne. Poeta e narratrice, è autrice di L’Épouse (Zoé, 2022), abrase (Empreintes, 2021, borsa di studio Pro Helvetia), Neiges intérieures (Zoé, 2020, Zoé poche 2022), Les hôtes (Paulette, 2018), Qui-vive (Paulette, 2016), Parti voir les bêtes (Zoé, 2016, Arthaud poche 2018, borsa Leenaards) e Jours d’agrumes (L’Aire, 2013, premio ADELF-AMOPA 2014). Con L’Épouse – La moglie – ha vinto un Premio svizzero di letteratura 2023.
PP: 160 / 18 € – ISBN: 978-88-31285-39-1