Il 4 ottobre si è festeggiato il Santo Patrono d’Italia: San Francesco d’Assisi.
L’enciclica Laudato si’ (Ls), pubblicata il 24 maggio 2015 da Papa Francesco, prese il nome dal Cantico delle creature di Francesco d’Assisi, santo più volte citato nel corso del documento e indicato espressamente come “l’esempio per eccellenza della cura per ciò che è debole e di una ecologia integrale, vissuta con gioia e autenticità […]. In lui si riscontra fino a che punto sono inseparabili la preoccupazione per la natura, la giustizia verso i poveri, l’impegno nella società e la pace interiore” (Ls 10).
Fin dai primi due paragrafi si evidenzia che San Francesco ricordava nel Cantico che “la nostra casa comune è anche come una sorella, con la quale condividiamo l’esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia” (Ls 1).
E Papa Francesco, in questa enciclica, ci ha invitato a riflettere scrivendo che “questa sorella protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Siamo cresciuti pensando di essere suoi proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla. La violenza che c’è nel cuore umano ferito dal peccato si manifesta anche nei sintomi di malattia che avvertiamo nel suolo, nell’acqua, nell’aria e negli esseri viventi. Per questo, fra i poveri più abbandonati e maltrattati, c’è la nostra oppressa e devastata terra, che “geme e soffre le doglie del parto” (Rm 8,22). Dimentichiamo che noi stessi siamo terra (cfr. Gen 2,7). Il nostro stesso corpo è costituito dagli elementi del pianeta, la sua aria è quella che ci dà il respiro e la sua acqua ci vivifica e ristora. (Ls 2)”.
Sono due gli argomenti principali dell’enciclica: la contemplazione per la bellezza del creato e il gemito di sofferenza che sgorga dalla creazione e da tante creature ingiustamente vilipese.
Il Pontefice osserva: “Se noi ci accostiamo alla natura e all’ambiente senza questa apertura allo stupore e alla meraviglia, se non parliamo più il linguaggio della fraternità e della bellezza nella nostra relazione con il mondo, i nostri atteggiamenti saranno quelli del dominatore, del consumatore o del mero sfruttatore delle risorse naturali, incapace di porre un limite ai suoi interessi immediati. Viceversa, se noi ci sentiamo intimamente uniti a tutto ciò che esiste, la sobrietà e la cura scaturiranno in maniera spontanea. (Ls 11)”
Il tema della bellezza del creato è caro a Papa Francesco, che ne parlò diffusamente già il 19 marzo 2013 nell’omelia della Messa d’inizio pontificato: “La vocazione del custodire non riguarda solamente noi cristiani” perché “ha una dimensione che precede e che è semplicemente umana, riguarda tutti”.
E ancora, la custodia del creato “come ci viene detto nel Libro della Genesi e come ci ha mostrato san Francesco d’Assisi: è l’avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo”, che in definitiva fa crescere l’amore e la dignità, per e di se stessi, per e di tutte le creature.
Impegna quindi a “custodire la gente, l’aver cura di tutti, di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore”.
“È l’Amore che muove il tutto – ci dice l’artista Roberta Arduini – o come dice Dante, l’amor che move il sole e l’altre stelle, l’amore è il meccanismo del mondo e di tutta la vita, quel bisogno di completezza che l’essere umano racchiude in sé e che ricerca a partire da quell’ utero che lo spinge fuori da sé, quindi il discorso si sposta spesso dall’ambiente all’uomo, e viceversa”.
Tutto ciò si ritrova profondamente in tutti gli spettacoli di parole e musica di Roberta Arduini, voce recitante, autrice dei testi e della scelta delle musiche eseguite al violino dal Maestro Paride Battistoni (Orchestra Sinfonica Gioacchino Rossini di Pesaro), al violoncello dal Maestro Jacopo Mariotti (Orchestra Sinfonica Gioacchino Rossini di Pesaro) e al pianoforte dal Maestro Diego Gasperi che insegna al liceo Musicale e Coreutico.
Tutto ciò traspare dai testi di “Echi antichi nella voce di Madre Terra”, dove l’Arduini impersonifica nostra Madre Terra; opera che culmina con il Cantico delle Creature di San Francesco (trovate qui il trailer pubblicato il giorno del Santo https://www.youtube.com/watch?v=E0ddMgbbpNM).
Emerge anche da “La Verità negli occhi dell’Amore”, un viaggio negli sfaccettati sentieri dell’Amore, mostrandoci ogni lato di noi che può inquinare la sua meravigliosa Forza, ma che può anche essere uno stimolo per farci evolvere nella più potente delle Grazie (il trailer è qui https://www.youtube.com/watch?v=QLpvDkz7KR0).
Due altre opere completano gli spettacoli musicali di Roberta Arduini: “Dal buio della notte all’alba della Vita” e il “Soffio della nuova Vita” (https://www.youtube.com/@oasidiparoleemusica1183/videos).
Nel primo, si coglie la luce oltre la ferita, la rinascita dopo la morte interiore, le fasi della vita in cui ci partoriamo nuovamente, abbracciando sempre più la bellezza della nostra autenticità.
Nel secondo si ripercorrono con umiltà, tra tormenti, domande esistenziali, paure più recondite e ricerca di una nuova vita, i nostri primordiali bisogni e istinti, che un periodo di pandemia ha fatto emergere, accogliendo la pura bellezza della rinascita con un inno ai sensi, alla vita, all’Italia e alla beatitudine su questa Terra che ci unisce all’eterno.
In conclusione come dice Papa Francesco, non bisogna arrendersi “La speranza ci invita a riconoscere che c’è sempre una via di uscita, che possiamo sempre cambiare rotta, che possiamo sempre fare qualcosa per risolvere i problemi” (Ls 61).
Tenendo ben presente che, come ci dice anche Roberta Arduini: “non basta l’intelligenza, la grandezza umana per conoscere la verità suprema, per salvare l’uomo, perché l’uomo può essere salvato solo da Dio, o per chi non è credente, da quell’Amore che muove il sole e l’altre stelle”.
Vito Piepoli