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Il bene di Indi Gregory non era restare attaccata alle macchine

Indi Gregory è morta. Lo confermano l’avvocato Simone Pillon e Iacopo Coghe di Pro vita, che fanno parte del team legale della famiglia Gregory. La neonata, alla quale erano stati staccati i supporti vitali, è deceduta all’1.45 ora inglese.

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E per moltissime persone ignorantissime, in Inghilterra esistono medici mostri e giudici mostri che l’hanno uccisa. Per queste persone ignorantissime trascrivo da RaiNews del 10 novembre 2023: “Il laboratorio del Prof. Luigi Palmieri, Professore Ordinario di Biochimica e Direttore del Dipartimento di Bioscienze, Biotecnologie e Ambiente dell’Università di Bari Aldo Moro, studia da oltre 30 anni i trasportatori mitocondriali e le patologie ad essi associate. Attualmente per la maggior parte delle malattie mitocondriali non esiste una cura e per alcune mutazioni gravi come quella di Indi, non sono disponibili terapie in grado di rallentare il decorso della malattia”.

Chiaro? La bambina era affetta da una malattia incurabile, senza speranza di sopravvivenza, e che le arrecava grave sofferenza. Ora, qualcuna delle persone ignorantissime, venendo a conoscenza della reale situazione, si sarebbe assunta la responsabilità di continuare a tenere la piccola attaccata alle macchine, magari ancora per qualche mese, protraendo inutilmente la sua sofferenza? Non è più giusto affidarsi al parere dei medici e dei giudici che agiscono esclusivamente per il bene del malato?

Renato Pierri

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