SINDACATO ITAMIL ESERCITO – LE RAGIONI DEL RIFIUTO DEL NOSTRO INCONTRO CON IL MINISTRO DELLA DIFESA ON. GUIDO CROSETTO.
“Incontro con il Ministro della Difesa, del On. Guido Crosetto del 16 novembre 2023: ecco quello che avremmo voluto dire sulla verità scomoda”
Distintissimo Signor Ministro,
Dal 1996 al 2023, i militari hanno atteso invano che lo Stato, che serviamo con dedizione, crei i fondi pensionistici integrativi.
Tre decadi sono trascorsi e ancora nulla è cambiato.
Questa situazione, abbinata alle pensioni insufficienti, è una diretta conseguenza delle decisioni prese dai vertici militari della Difesa e dalla politica.
In trent’anni, sono stati spesi centinaia di miliardi di euro.
Per il personale militare, tuttavia, solo sacrifici. Riceviamo solo il minimo vitale, il cosiddetto “metabolismo basale” che alcuni hanno orgogliosamente sbandierato per anni.
L’ultimo contratto significativo ottenuto dai militari contrattualizzati risale al 2007 con il Governo Prodi.
Ecco un riepilogo della situazione legislativa e contrattuale che ha caratterizzato questi anni:
– Nel 2006, durante il governo Prodi, è stato approvato un aumento salariale lordo del 3,8% per il settore pubblico, inclusi militari e poliziotti.
– Nel 2007, è stato previsto un aumento salariale lordo del 4,5% per tutti i dipendenti pubblici, incluso il personale militare e di polizia, pari a 133 euro lordi.
– Nel 2008, la legge finanziaria introduceva misure di carattere economico, concernenti i rinnovi contrattuali del personale delle pubbliche amministrazioni per il biennio 2008-2009. Successivamente, l’articolo 9 del D.L. 78/2020 disponeva il blocco della contrattazione per il triennio 2010-2012, proseguito per altri anni fino al 2017.
– Durante il governo Monti (2011-2013), è stato mantenuto il blocco degli aumenti stipendiali per il settore pubblico, inclusi militari e poliziotti. Si evidenzia l’approvazione della legge 244 sul nuovo modello difesa che ha ridimensionato l’Esercito da un modello da 195000 militari a 92000 militari (inferiori alle forze di Polizia).
– Nel 2014/17, durante il governo Renzi, è stato confermato il blocco degli aumenti stipendiali per il settore pubblico, inclusi militari e poliziotti. In alternativa è stato introdotto il bonus sicurezza di 80 euro netti al mese. Nel 2016 è stato revocato il blocco degli aumenti stipendiali dei militari e poliziotti. Nel 2017 veniva approvato il riordino delle carriere che ha sbloccato in parte i parametri del personale non dirigente.
Nel 2018, un rinnovo contrattuale lampo con 85 euro lordi al mese. 50 euro netti.
Nel 2021, 100 euro lordi al mese. 60 euro netti
Dal 2008 al 2021, gli stipendi medi dei militari sono aumentati di poco sopra le 100 euro nette al mese. Cifra fagocitata abbondantemente dagli aumenti del costo della vita del pre covid.
Sig. Ministro Crosetto, in 13 anni, 100 euro di aumento. Le sembra normale?
Signor Ministro, nel nostro rendiconto e nelle nostre posizioni non c’è alcun sentimento ideologico o di partito, solo considerazioni tecniche basate su eventi realmente accaduti.
Se analizziamo le conseguenze escono fuori altri danni arrecati alle condizioni dei militari: nel 2010 è stato azzerato il fondo per il riordino, con un prelievo di 770 milioni di euro che erano stati accantonati nel corso degli anni.
Si stima che il blocco degli stipendi dal 2011 abbia causato tagli per oltre un miliardo di euro nelle tasche dei militari.
Stiamo parlando di oltre 6 miliardi di euro mancanti strutturalmente negli stipendi dei militari.dopo tutti i danni causati in particolare dai governi di destra (non stiamo facendo una valutazione politica o ideologica, ma basandoci su fatti), eravamo convinti che questo governo avrebbe potuto riscattarsi di fronte ai militari.
Tuttavia, con il bilancio, il Governo Meloni ha scelto di compensare forse solo l’inflazione del circa 6%, ovvero solo un anno dei tre che riguardano il contratto.
L’inflazione del solo 2022 è nettamente superiore. Si stima che l’aumento sarà di 160 euro lordi al mese, ben lontano dalle promesse.
L’inflazione reale da gennaio 2021 a settembre 2023, su uno stipendio netto di 1800 euro, è ben oltre i 240 euro. Assistiamo quindi a un vero dramma economico e sociale per i militari contrattualizzati, che vedranno la loro condizione peggiorare pur lavorando e rischiando la vita.
Tutto ciò avviene in un’Italia dove oltre il 50% delle persone non presenta una dichiarazione dei redditi e dove il 60% dichiara meno di 20.000 euro all’anno. Avremmo voluto evidenziare, Signor Ministro Crosetto, quante difficoltà stanno affrontando i militari con un unico reddito, divorziati, e quanti colleghi nel bisogno indebitati sono costretti a doversi giustificare con la loro catena di comando per non aver pagato le rate, questi fratelli in armi secondo alcune segnalazioni che abbiamo raccolto nelle assemblee vengono presi di mira senza pietà con provvedimenti disciplinari che possono arrivare fino alla sospensione del servizio
Non dovremmo sorprenderci se qualcuno si suicida.
Non sarebbe opportuno un tavolo di confronto per avviare una riforma dei codici militari e ascoltare le storie dei militari che si trovano in difficoltà finanziarie per pagare gli avvocati oltre lo spreco di risorse pubbliche per via di alcuni processi inutili, iscrizioni al registro degli indagati per banali motivazioni?
In conclusione, in una vera democrazia almeno per coloro che rispettano fino in fondo la Costituzione – il confronto, le critiche costruttive, la partecipazione al dibattito rappresentano il seme della nostra amata costituzione.
Come più volte ha affermato uno dei più grandi Partigiani che abbiamo avuto, il Presidente della Repubblica Sandro Pertini: “Abbiamo il dovere di difendere colui che non la pensa come noi”. Le etichette rivolte alle posizioni critiche di alcune sigle certamente dal nostro punto di vista non rappresentano la democrazia.”.
La democrazia vale 120 secondi del suo tempo? Due forse tre minuti per poterle rappresentante la vera situazione dei militari.
Il confronto di due minuti con un sindacato? Con il cartello “probabilmente pro governo” che avrebbe avuto 10 minuti grazie alle sigle amiche che cedono il loro tempo.
Questo è confronto? Sig. Ministro, in ogni caso, ci smentisca e si faccia promotore per aumentare di 400 euro al mese gli stipendi dei militari esattamente come hanno fatto le banche con i loro dipendenti.
Siamo qui pronti a battere le mani senza alcun risentimento ideologico, non siamo ovviamente dei ” pupi”.