Strumentalizzare la morte per imporre l’ideologia nelle nostre scuole: il caso Cecchettin e il ministro Valditara
Cristina Zaccanti (PdF Piemonte): «Il Popolo della Famiglia Piemonte reputa totalmente inopportuno il risalto dato dalle forze politiche e di governo al padre di Giulia Cecchettin».
La morte di Giulia Cecchettin, il discorso del padre ai funerali imposto in tutte le scuole, la nomina e poi la revoca dei garanti del comitato per le relazioni, meglio noto come commissione Concia sui femminicidi: queste le tappe di un preciso percorso ideologico.
«Secondo le dichiarazioni di Anna Paola Concia – afferma Cristina Zaccanti, Coordinatore regionale in Piemonte del Popolo della Famiglia (PdF) – il caso Cecchettin avrebbe dovuto essere uno spartiacque nella lotta al femminicidio. Lo si dovrebbe combattere nelle nostre scuole tramite l’educazione “alle relazioni”. In realtà è evidente l’intento di utilizzare il femminicidio come cavallo di Troia per imporre, sotto l’eufemismo di ‘educazione all’affettività’, la sessualizzazione precoce, la moda della fluidità di genere e fomentare l’odio tra i sessi».
Come afferma Mario Adinolfi, Presidente nazionale del PdF: «In quel discorso si dice che il ‘femminicidio’ si batte ‘investendo in programmi educativi a scuola’ e chi non è d’accordo “difende il patriarcato”. Trovo quel discorso totalmente sbagliato a partire dal vocabolario utilizzato. Rispetto il dolore di chi l’ha pronunciato ma se la proposta è, come si è detto, di trasformarlo in un programma politico la mia risposta è che io quel programma politico lo rifiuto perché non voglio l’ingerenza dello Stato nell’educazione delle mie figlie sui temi sensibili».
«Mentre si tenta di fare leva sull’emotività – aggiunge Zaccanti – i dati ISTAT del Rapporto del 24 novembre 2023 riferiscono che per il 2022 l’Italia vanta i livelli di omicidi più bassi rispetto al resto d’Europa. Sui 23 Paesi di cui sono disponibili i dati circa le sole vittime donne, l’Italia è al terz’ultimo posto, con 0,39 omicidi per 100mila abitanti, precedendo solo l’Irlanda (0,28) e Malta, dove non ci sono state vittime donne nell’anno. In questo quadro possiamo ribadire come nel nostro Paese sia davvero in atto il tentativo di alterare la verità per attaccare la famiglia criminalizzando la figura maschile e, specificamente, quella paterna. In Piemonte possiamo volentieri esibire i dati forniti proprio dall’Osservatorio sui Femminicidi di “Non una di meno”. Sui 103 casi di vittime donne rilevati in Italia, 82 sono state uccise in ambito familiare o affettivo. Nella nostra regione ne sono avvenuti 7: 5 nella provincia di Torino, 2 in quella di Alessandria.
Lasciamo riposare in pace tutte queste persone, esprimiamo le condoglianze alle loro famiglie, ma che non si tenti di diffamare 29 milioni di famiglie in cui mamme e papà faticosamente educano al sacrificio, all’amore e al rispetto i propri figli».