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«Il Fatto» e la campagna diffamatoria. Sgarbi: «Violata legge sulla stampa. Le notizie non vengono rettificate. Bullismo giornalistico»

 

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ROMA – «Siamo al bullismo giornalistico. Scrivono il falso e, ignorando la legge sulla stampa, non rettificano le notizie infondate. Nel caso specifico completamente false»

 

Lo dichiara il Sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi commentando la quotidiana dose di menzogne diffuse dal quotidiano diretto da Marco Travaglio.

 

«Ancora oggi – osserva Sgarbi – il quotidiano organo ufficiale dei 5 Stelle pubblica un articolo privo di ogni fondamento diffondendo menzogne sul mio conto. 

Ieri l’ex Pm Antonio Di Pietro mi ha scritto: “Ciao Vittorio, ho detto alla giornalista del Fatto che non mi devi più nulla”. 

Pensavo di trovare sull’edizione di oggi la rettifica rispetto a una notizia completamente falsa, e cioè che io sarei debitore di Di Pietro per circa 300 mila euro. Ma niente. Il giornale difende a oltranza le sue menzogne rifiutandosi di pubblicare le smentite. Che non riguardano solo Di Pietro, ma anche altri due presunti debitori, lo storico Daniele Benati e il consigliere di Forza Italia Giovanni Terzi, ai quali non debbo nulla.

Ma il giornale di Travaglio, a  riprova della sistematica campagna diffamatoria studiata a tavolino, non lo scrive. Non solo: vengo anche definito “mercante d’arte”. E questo sarebbe giornalismo? 

E’ un metodo da bulli. Non mi resta che avviare un’altra azione risarcitoria. E così farò per ogni altro articolo costruito, come i 40 usciti da ottobre a oggi sul mio conto, sulle menzogne»

 

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