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“Il fiore di Farahnaz” è il nuovo libr odi Yaprak Oz, edito da Edizioni le Assassine nella collana “Oltreconfine” e tradotto da Nicola Verderame. Il libro è stato premiato nel 2019 come miglior giallo turco dell’anno.

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Siamo negli anni Settanta e la Turchia è scossa da profonde difficoltà economiche e sociali, tuttavia a Kilic, zona residenziale, dove vivono ingegneri e medici in servizio nel complesso minerario adiacente alla città di Zonguldak sulla costa del Mar Nero, la vita scorre tranquilla e spensierata, tra serate al cinema, partite a canasta, balli e cene. La piccola comunità di funzionari è infatti molto unita e i rapporti di vicinato sono improntati alla massima solidarietà fino a quando la moglie del direttore degli impianti minerari non viene trovata morta. L’omicidio della giovane donna viene attribuito al pazzo del paese, tuttavia Yildiz, moglie di uno degli ingegneri, divoratrice di gialli e sarta per passione, non si accontenta di questa soluzione di comodo. Da acuta osservatrice, accumula indizi che la portano a conclusioni ben diverse. Ma la protagonista del romanzo avvince anche per il suo modo di essere: grazie a lei hanno voce tutte le donne del quartiere; ognuna di loro racconta i propri sentimenti ed emozioni: l’angoscia di un figlio che non arriva, la gioia di uno che sta arrivando, la tristezza di una madre che accompagna sua figlia non vedente nel verde dei boschi, fino alla rabbia di una donna che si è sempre sentita non voluta. “Voci di donne” diverse, che nel profondo si ricollegano a una voglia incessante di essere buone madri, ma anche di essere ancora figlie. Un giallo appassionante, capace non solo di raccontare il vero volto del male, ma di indagarne da vicino le profonde motivazioni di chi sceglie di macchiarsi di sangue per giungere alle vette più alte. Un testo premiato nel 2019, come miglior romanzo giallo dell’anno, in grado di offrire una fotografia precisa di una cittadina turca prima del colpo di Stato del 1980.

YAPRAK ÖZ è nata nel 1973. Ha frequentato il Collegio TED di Zonguldak Koleji e la facoltà di Cultura e Letteratura Americana presso l’Università di Istanbul. Ha pubblicato poesie, racconti e saggi su numerose riviste e antologie in Turchia e all’estero. Le sue poesie sono state tradotte in numerose lingue, tra cui inglese, greco e svedese. Fa parte dell’Unione degli Scrittori di Poliziesco di Turchia e del PEN International. Ha pubblicato cinque raccolte di poesia e otto romanzi, quattro dei quali hanno per protagonista Yıldız Alatan.

Abbiamo avuto il piacere di intervistare la fondatrice de le Edizioni le Assassine, Tiziana Elsa Prina, che ci racconta di questa perla letteraria.

Com’è nata la collaborazione con l’autrice Yaprak Oz?
Il tramite è stata Nermin dell’agenzia turca Kalem, che ho conosciuto alla Fiera di Francoforte. Lei mi ha presentato diversi romanzi e quello di Yaprak Oz mi ha subito colpito per la sua originalità e per la capacità di descrivere con leggerezza un mondo e una condizione della donna molto diversa: siamo infatti nel periodo che precede il colpo di Stato degli anni Ottanta in Turchia.

Il romanzo è un giallo avvincente che cattura il lettore. Perchè la scelta di raccontare questa storia?
Attraverso questa storia gialla si può descrivere e far conoscere, come accennavo prima, uno spaccato del Paese verso cui nutriamo forse molti stereotipi, soprattutto se non si conosce il periodo che ha preceduto la presa del potere da parte di Erdogan.

Prossimi libri? Ha in mente nuove idee e storie da raccontare?
Certamente! Oltre a una serie di vintage, fra cui un giallo gotico molto irriverente nei confronti del romanzo gotico che siamo abituati a leggere, sono in programma un libro di una scrittrice ceca, un altro romanzo turco sul patriarcato, e un paio d’altri che non posso dire come definitivamente acquisiti, ma che faranno parte di una nuova collana, dove esiste sempre una storia page-turner, ma non un atto criminale come lo abbiamo proposto finora.

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